Magico letto
A sei anni Gianni cominciò ad amare le storie dei pirati. Ne era così appassionato che chiedeva alla mamma di leggerne una ogni sera a letto prima di spegnere la luce. Si esaltava così tanto che gli sembrava di vivere in mezzo ai combattimenti: prendeva il cuscino per scudo e la coperta per una vela e saltava di qui e di là disfando tutto, così si doveva sempre rifare il letto. «Come mi piacerebbe essere un pirata!», esclamava prima di addormentarsi, e la mamma lo baciava augurandogli di sognare i suoi eroi.
Una sera le storie sui pirati erano finite e Gianni dovette accontentarsi di un’avventura di indiani. Anche questa volta la storia gli piacque così tanto che mentre la mamma leggeva, lui sgambettava di qua e di là immaginando di dare la caccia ai bisonti: si nascondeva con la testa sotto le coperte, poi scendeva giù fino ai piedi lasciando le lenzuola disfatte e si doveva rifare il letto tutto da capo.
«Come mi piacerebbe essere un indiano! Secondo te è più bello essere un pirata o un indiano?», chiese Gianni alla mamma.
«Forse i sogni di stanotte te lo faranno scoprire», gli augurò lei con un bacio.
Non appena la porta della cameretta si chiuse, successe una cosa stranissima, straordinaria: prima tremò il pavimento e mille lucine illuminarono la stanza, poi il letto si staccò da terra, uscì dalla finestra e cominciò a volare. Gianni era sbalordito, non credeva ai suoi occhi. «Eppure non mi sono ancora addormentato!», ripeteva fra sé, «Non sto ancora sognando!».
In poco tempo il letto magico fu sopra il monte Bianco, sorvolò la Spagna, proseguì per un tratto sull’Oceano e si fermò quando Gianni scorse di sotto una nave di pirati. Il letto ora se ne stava fermo, fluttuando nell’aria come un uccellino che ha perso la strada e non sa decidersi; così Gianni poteva godersi la sua avventura come al cinema. Una nave di pirati stava assaltando una caravella della regina di Spagna. Le cannonate rombavano, le sciabole sferragliavano contro le spade, ovunque c’erano duelli.
Quando i pirati sconfissero i cavalieri della regina e si impadronirono finalmente dell’immenso tesoro di monete d’oro e pietre preziose, il letto si rimise in marcia, attraversò tutto l’Oceano, sfiorò i grattacieli di New York e in un battibaleno fu sopra le praterie sconfinate. Gianni vide un gruppo di indiani guerrieri che galoppavano all’inseguimento di una mandria di bisonti in fuga. Volavano le frecce, si impennavano i cavalli, i bisonti infuriati caricavano e si difendevano come potevano, ma gli indiani ebbero la meglio, e quando si ritennero soddisfatti del bottino, il letto riprese la sua corsa e riportò Gianni dritto in camera sua.
La mattina dopo la mamma gli chiese se aveva potuto scegliere fra le avventure dei pirati e quelle degli indiani. Gianni ci pensò un po’ su, poi alzò le spalle e sorridendo rispose: «Perché non mi leggi stasera una storia di corsari e magari domani una di cow boy? Sai, non vorrei fare una scelta affrettata!».
E in quella il letto gli diede una scrollatina.