Mafie foggiane, l’allarme di Cafiero de Raho
Attesa a Foggia per il comitato provinciale per l’ordine la sicurezza pubblica a seguito dei numerosi attentati di stampo mafioso che hanno travolto il Comune di San Severo dall’inizio del 2022, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha ribadito la presenza forte e compatta dello Stato per combattere il clima di paura e di preoccupazione che ha travolto i cittadini pugliesi. Invocata dalle amministrazioni locali dopo le esplosioni di bombe all’esterno di otto negozi di San Severo a poche ore di distanza l’una dall’altra nella prima metà di gennaio.
L ministra, insieme al procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, ai magistrati della Dda di Bari e della Procura di Foggia, al capo della Polizia, Lamberto Giannini, ai comandanti generali di Carabinieri e Guardia di Finanza e al commissario straordinario Antiracket, Giovanna Cagliostro ha parlato di interventi strutturali, innanzitutto con l’arrivo di altri cinquanta poliziotti a presidiare le zone del Tavoliere, soprattutto nelle ore notturne, con l’apparato di video sorveglianza di alta definizione.
A tal proposito la ministra snocciola i numeri delle misure che andranno in soccorso della sicurezza pubblica: «Sono stati stanziati fondi ad hoc per 80 milioni di euro, il comune di Foggia ha presentato un progetto di circa un milione di euro. Vorrei ricordare- continua – il progetto della cittadella della sicurezza, che è davvero importante. Il progetto sta andando avanti da tanto. Anche il comune di San Severo ha presentato un progetto per la videosorveglianza da 430mila euro e a breve sarà formalizzata la graduatoria. L’attenzione è massima». A questi dati vanno aggiunti le 400 misure cautelari, sequestri e confische di patrimoni per oltre 30 milioni di euro.
Certamente si tratta di numeri che, come tali, tendono a rassicurare la cittadinanza per un futuro più sicuro, magari immediato, dato che i foggiani percepiscono l’urgenza della prevenzione e di una strutturazione più efficace nella lotta alla criminalità e nel controllo integrato del territorio. Proprio nel presìdio dei territori i cittadini devono essere collaboratori, protagonisti e tutelati.
Al comitato sulla pubblica sicurezza ha preso parte Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale Antimafia, «le mafie foggiane sono mafie di grandissima pericolosità e gli attentati che hanno posto in essere sono come una sfida allo Stato». La paura di denunciare è conseguenza della violenza con cui si muove la criminalità come afferma de Raho: «È evidente che con uno Stato forte, con una magistratura che si muove con rapidità, con interventi sul territorio che diano garanzie, tutto ciò garantisce al cittadino quel senso di protezione di cui la città necessita. Certamente anche l’omertà verrà erosa dalla forza di difesa del nostro Paese». Proprio durante il comitato per l’ordine e la sicurezza è stato inaugurata l’associazione Antiracket dedicata ai fratelli Luciani, Aurelio e Luigi, vittime innocenti della strage di mafia del 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis. Una risposta doverosa alle numerose vittime di mafia, ma che rappresenta solo il primo passo della lotta alla criminalità.
In qualche modo un cenno di reazione è arrivato proprio da uno dei commercianti vittima dell’esplosione delle bombe che già poche ore dopo l’attentato ha dichiarato di voler riaprire l’attività commerciale entro fine gennaio, nonostante il grave danno economico.
Segnali di resistenza, inoltre, sono stati dati dalle numerose perquisizioni e controlli a tappeto tra Foggia e San Severo eseguiti in massicce operazioni dalle forze dell’ordine, a confermare l’emergenza della lotta alla mafia. La presenza della ministra Lamorgese, inoltre ha accelerato lo sblocco dei fondi, confermati dal primo cittadino di San Severo Francesco Miglio per la costruzione della nuova sede della polizia di Stato, di polizia stradale e del reparto di prevenzione crimine nel Comune.
Le strutture enunciate rappresentano la base della prevenzione e dell’ordine, la cui mancanza, forse, ha dato troppo facilmente il territorio in pasto alla mafia diffondendo anche l’idea della “giustizia fai da te”. Troppa gente, giocando letteralmente con il fuoco, ha messo a repentaglio la vita di onesti cittadini, addirittura rendendo tragici anche i momenti di festa, basta ricordare il bimbo in fin di vita durante un agguato criminale nel periodo estivo. Tra sicurezza, prevenzione, controllo urgente e obbligatorio va incentivata, senza dubbio, la cultura della legalità e del rispetto delle regole. A tappeto.