Madrid 2011: un evento
"Affinché siano una sola cosa” (cf. Gv 17, 22): la GMG è stata un’esperienza di Chiesa giovane radunata intorno al pastore universale. In una società frammentata, individualista, poco attenta al bene comune è difficile sentirsi uno con l’altro. Al contrario fare esperienza nello stesso tempo e nello stesso spazio di stare insieme con lo stesso obiettivo, pregare all’unisono, sentire la presenza di Gesù come assemblea liturgica pur non facendo la comunione eucaristica per problemi tecnici (la bufera di vento del sabato sera ha spazzato via le cappelle): a Madrid è diventata realtà.
Ci si chiede: ma c’era un altro modo per sperimentare tutto questo? La risposta è: con questa forza, con questi numeri e con tale intensità, no! Il Vangelo è ricco di segni che manifestano la forza di Gesù. Nel mondo contemporaneo oltre all’intimità del rapporto con il Signore, oltre all’esperienza della propria comunità ecclesiale, sono necessari momenti nei quali i giovani sperimentano la fede della Chiesa universale attraverso il linguaggio della festa, dello stare insieme, della vicinanza tra i popoli.
“Rinneghi se stesso” (Mc 8, 34): una GMG è faticosa, si dorme poco e male, gli spostamenti sono disagevoli, il caldo è estenuante, le condizioni igieniche sono precarie, l’organizzazione logistica spesso crea notevoli disagi… eppure in tutto questo c’è un valore aggiunto che è l’ascesi, la mortificazione. Quando i giovani colgono la bellezza al di là delle fatiche, riscoprono il gusto dell’impegno, del sacrificio, della passione per le cose che valgono. In questo, fanno un salto nella fede, perché colgono la partecipazione al mistero pasquale di Gesù come occasione di offerta, di assimilazione profonda con Lui, di intercessione per altri.
“Tornarono pieni di gioia” (cf. Lc 24, 33): l’incontro dei due con Gesù sulla strada di Emmaus genera una dinamica nuova nel cuore dei discepoli, perché l’ascolto della Parola illumina e la frazione del pane riscalda, dopo questo incontro sentono il bisogno di annunciarlo ad altri. Nella GMG ciò avviene durante le giornate e soprattutto al ritorno. Le catechesi fanno risuonare nel profondo la storia di Gesù che, confrontata con la propria, mette ordine e dà un senso, il cuore sente l’esigenza di purificazione, di accostarsi al sacramento del perdono e di essere nutrito dal pane della vita, la gioia dell’incontro si esplicita nella testimonianza.
La Spagna aveva bisogno di un messaggio di gioia e di pace da parte dei giovani. La Chiesa spagnola – mi diceva un giovane a Madrid – ha incontrato tante difficoltà, ha rischiato di perdere credibilità. Vedere una Chiesa giovane, dei giovani che non rispondevano alle provocazioni (alcuni sono stati insultati e picchiati senza motivo) e continuavano a testimoniare la gioia di un incontro: porterà frutto. Molti giovani, ritornando nelle proprie realtà, hanno preso seri propositi di vita spiri tuale, decisioni coraggiose nell’intraprendere o modificare il proprio percorso universitario, impegni seri di servizio e volontariato, una passione per il bene comune.
Come valorizzare tale evento?
Nella preparazione previa: la Parola scelta dal papa in ogni GMG è la lampada che illumina il cammino. Sappiamo dalla storia che un solo versetto della Scrittura può cambiare la vita di una persona. Costruire o ristrutturare la propria esperienza di vita attorno ad una Parola è un’occasione per unificare la propria vita. I tre verbi passivi della giornata di Madrid “Radicati, fondati, saldi” sono stati un’occasione per ciascun giovane di verificare il proprio rapporto con il Signore, rafforzarlo e prepararsi in modo adeguato ad incontrarlo.
A livello comunitario il tema della GMG è servito per vivere con i giovani degli esercizi spirituali, dei ritiri, ma soprattutto un itinerario di formazione annuale o biennale costruito intorno a questo versetto che ha incluso un percorso sulla maturità umana, sull’incontro personale con Gesù, su un’appartenenza più coerente alla Chiesa e sulla scoperta della propria vocazione.
Lo sviluppo successivo
A livello personale: per coloro che non avevano un cammino stabile di fede, la partecipazione alla GMG è stata un’occasione per prendere sul serio la propria vita spirituale attraverso un cammino di preghiera, una direzione spirituale stabile, un servizio costante, una vita di gruppo regolare.
Per coloro che già vivevano un cammino di fede è stata una conferma, un approfondimento e uno stimolo per continuare il cammino. Ad alcuni il Signore si è rivelato in maniera così forte da sentirsi attratti ad intraprendere un serio cammino di discernimento vocazionale per seguirlo più da vicino nella vita consacrata.
A livello comunitario: i gruppi parrocchiali, diocesani e i movimenti che hanno scelto di partecipare insieme alla GMG hanno sperimentato la forza del vivere insieme, del condividere la fede con altri, del sentirsi parte di un corpo che è la Chiesa universale. Ciò ha sicuramente creato una coscienza maggiore, un senso di appartenenza più forte, il desiderio di impegnarsi nella Chiesa locale.
Per gli educatori pastorali tale esperienza è un punto di ripartenza per un progetto pastorale unitario, dove l’attenzione ai lontani e l’annuncio del Vangelo diventa una priorità attraverso i giovani che hanno vissuto la GMG e che, continuando il cammino, diventano apostoli dei loro coetanei.
Oltre al racconto testimoniale della bella esperienza vissuta i giovani partecipanti vanno coinvolti nella costruzione della comunità dove è chiaro l’ordine tra il radicamento nel mistero di Gesù, l’impegno per la comunione ecclesiale e la passione per la missione.