Madre Teresa Margherita, la brocca e il grembiule
La storia di Madre Teresa Margherita Trombatore, Superiora generale della congregazione delle suore domenicane del Sacro Cuore di Gesù di Catania, raccolta da Stefano Trombatore per l'editrice Città Nuova.
È la storia di una madre che morì prosciugata dal figlio sofferente, di una madre con la brocca in mano quella di una suora di Sicilia, madre Teresa Margherita raccontata dal fratello prete. La sua morte, avvenuta nel pieno delle sua attività di Superiora Generale delle Suore Domenicane e di Presidente dell’Associazione delle Religiose di Sicilia, e il modo drammatico con cui si è verificata hanno colpito oltremodo l’autore Stefano Trombatore che ha tentato di ripercorrere a ritroso la sua vicenda terrena rinvenendo nella sua vita il senso della sua morte e già nella sua infanzia il suo destino, la sua missione.
La sua esistenza appare all’autore come un romanzo, il romanzo di Dio, dove l’iniziale propensione a far dell’altro oggetto di cura si espresse, nel ben mezzo della sua esistenza, in impegno indefesso per i poveri del mondo (Bolivia e Messico) e si consumò, nella dolorosa agonia, in accoglimento del cancro-bambino (il mondo sottosviluppato) che la essiccò dentro sino a renderla sorprendente immagine di Caterina, quella “sposa di fuoco e di sangue” che a suo tempo fu discepola ideale di Domenico. Così muore, suor Teresa, come madre prosciugata dal figlio, il mondo sofferente.
In realtà, nella storia di questa suora Stefano trombatore scorge in filigrana la vicenda drammatica del Cristo la cui passione è ripercorsa sino all’estremo grido dell’abbandono. E come al Maestro non ci fu altra risposta del Padre che non il grido del pagano che dalla sua morte ricevette la vita, così al dolore di una sua discepola non ci sarà altra risposta che lo sguardo sorpreso e riconoscente dell’uomo d’oggi. Perché la risurrezione succede alla morte. Perché, come recita l’ultima espressione del libro, “il bambino nasce sempre dopo”. E al credente resta solo l’amore crocifisso. Il grembiule, appunto.
Così, all’interno della sequela del Cristo e di Caterina l’autore ritrova, non senza una profonda emozione, la luce per capire il senso del dolore innocente e della morte della sorella, come un rinnovato sciabordìo di sangue e acqua a ristoro dell’umanità malata d’amore.
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