Macron propone una “laicità del dialogo”

Una recente notizia riportata dall’agenzia Sir, organo della Conferenza episcopale italiana, mette in rilievo una interessante iniziativa del presidente francese

È noto che l’ultimo decennio ha visto, in Occidente, un imprevisto fenomeno di ritorno della religione nella sfera pubblica. Fattori come i vari fondamentalismi (non solo quello islamico!), le migrazioni e il terrorismo vestito di maschera religiosa hanno riportato la religione alla ribalta sui media come pure nelle istituzioni dove sempre più si parla, sia pure con modalità diverse, di tavoli interculturali e interreligiosi. Il fenomeno si sta imponendo come risposta ai vari tipi di una laicità ormai diventata in vari angoli dell’occidente vero laicismo.

In Francia, come noto, il neo-presidente si è impegnato a “trasformare” il Paese. Fra le varie iniziative di Macron i vari cambiamenti non sono limitati alle solite varie riforme sociali o fiscali, o non soltanto a un rilancio dell’Europa, ma si propongono anche attraverso una rilettura della laicità. Come si sa, la Francia è stata oggetto di attacchi terroristici ripetuti e tragici che hanno teso a colpire proprio aspetti della laicità che ormai sconfinano nel laicismo che tende ad escludere più che a integrare. Una sana laicità interpretata come separazione totale tra i poteri pubblici e le religioni, fa parte intrinseca della cultura francese da più di un secolo, scrive lo storico Durand su Sir. Il principio è riportato anche nella Costituzione dove si legge che «la Francia è una repubblica laica». Recentemente, una iniziativa di Macron ha messo in evidenza come, sia pure nel rispetto del principio laico, il presidente intende provocare un’evoluzione delle mentalità.

Il 21 dicembre scorso Macron ha ricevuto i capi delle religioni presenti in Francia, non per un incontro ufficiale, ma per una discussione libera su diversi argomenti: il laicismo, la scuola, l’accoglienza dei migranti, le leggi sulla bioetica, l’islamismo. L’incontro è durato più di due ore. Il vice presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Pascal Delannoy, ha parlato di «un clima di dialogo, di vero dialogo, in piena franchezza». Di per sé la cosa non rappresenta una effettiva novità. Infatti, ogni anno, come da tradizione, il capo dello Stato riceveva i capi religiosi per lo scambio degli auguri a Capodanno. Ma si trattava di un incontro molto formale, con un discorso del presidente della Repubblica. Quest’anno Macron ha, invece, stabilito una procedura diversa. Si è trattato di una discussione, senza protocollo, che apre la strada a una “laicità del dialogo”, che riconosce alle religioni il diritto di esprimersi su tutti gli argomenti che interessano i cittadini, mettendo in luce la responsabilità sociale dei leader religiosi e dei credenti. Macron, infatti, parla di una “laicità di libertà”. Il presidente della Repubblica annuncerà prossimamente la creazione di una istanza di dialogo tra lo Stato e le religioni, per creare una nuova abitudine: quella dell’incontro tra religioni e Stato e tra le religioni tra loro.

In effetti, esistono già istanze di incontri tra lo Stato e la Conferenza episcopale o tra lo Stato e l’islam di Francia, o l’ebraismo, e luoghi e momenti di dialogo interreligioso, ma questa iniziativa risulta nuova. Infatti, propone un contatto ed una forma di confronto strutturato fra tutti e con tutti. In tal senso si prospetta un importante innovazione, che, tuttavia, può far riferimento a quanto da tempo avviene nella città di Lione dove funziona un’istanza di questo tipo. Si tratta del gruppo “Concorde e Solidarité”, creato dal sindaco Gérard Collomb nel 2002, per alimentare il dialogo in tutte le direzioni, tra i credenti e tra il Comune e i credenti. Lione è diventata un laboratorio di una laicità rinnovata, moderna. Oggi, Gérard Collomb è ministro degli Interni e ministro dei culti. Certamente la proposta del presidente della Repubblica è fortemente ispirata all’esempio lionese, che viene da una città dove le tradizioni religiose sono antiche e rilevanti.

 

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