Macerata, programmare insieme l’assistenza sociale
Da decenni è attiva l’Assemblea delle libere forme associative -Terzo Settore del Comune di Macerata. Per passare da una fase meramente consultiva sul bilancio ad un forum per un’amministrazione condivisa, si è attivata la collaborazione con il Centro interdipartimentale del Terzo settore ed economia civile dell’Università cittadina.
È il risultato di tre anni di formazione, tavoli tematici, costruzione di reti tra associazioni di volontariato, interventi di esperti come Stefano Zamagni, del Movimento politico per l’unità (MPPU) e della comunità locale dei Focolari.
L’obiettivo è la sperimentazione di un tavolo di coprogrammazione su anziani e medicina di prossimità o del territorio, disabilità ed inclusione, giovani e centro di aggregazione giovanile. Il processo istituzionale è partito il 4 ottobre 2021, presso l’Unimc, con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Macerata. 11 mila anziani su 42 mila abitanti, di cui mille soli o in difficoltà economiche, rappresentano la questione sociale della città, con ripetuti episodi di persone decedute di cui si accorgono i vicini dopo settimane. Non è sufficiente l’intervento dei Servizi sociali del Comune. Occorre avvolgere queste persone in una rete di sussidiarietà orizzontale tra Enti del Terzo Settore, servizi sanitari a domicilio, case della salute, Sportello di ascolto Caritas, servizi sociali comunali. Per questo sono convocati per il 10 novembre studiosi del corso Servizi sociali di Unimc, enti del Terzo settore ed enti locali, Asur, Fondazione Carima.
In particolare, sono coinvolte le associazioni che si occupano di anziani per il trasporto e la consegna di spesa e medicinali, come Croce rossa, Anteas e Auser, quelle delle famiglie con Alzheimer, associazioni per l’invecchiamento attivo in programmi presso parrocchie e circoli Acli. Le associazioni e l’amministrazione comunale sono impegnate nella fase di individuazione dei bisogni e delle risorse disponibili per poi attivare, mediante progetti condivisi in convenzione diretta, senza procedure burocratiche di appalto, servizi su misura in base alle priorità.
Si tratta di una coprogettazione: si stanno definendo i percorsi che porteranno a veri e propri tavoli deliberativi ufficiali, dopo la coprogrammazione aperta a tutte le associazioni, luoghi di cogovernance riservati a Enti pubblici e del Terzo settore (Ets).
Sono infatti in evoluzione a Macerata, come nel resto del Paese, gli interessi di chi si occupa di amministrazione condivisa. Bisogna verificare come redigere un avviso pubblico, come stare ad un tavolo di lavoro e come guidarlo. Si registrano così trasformazioni dei modelli di intervento, ma anche criticità. Alcuni lamentano che non ci si è allontanati dagli schemi dell’appalto pubblico per mancanza di preparazione sia dei funzionari pubblici sia degli Ets.
Il decreto ministeriale 72 del 31 marzo scorso, con le Linee guida, dovrebbe aiutare ad entrare in una nuova logica. Questo è il valore aggiunto della coprogettazione collaborativa. Altra difficoltà è rappresentata dall’onerosità del sedersi ai tavoli, soprattutto per la richiesta di cofinanziamento, non sempre sostenibile sul piano economico. Sarebbe più opportuno passare dal cofinanziamento alla corresponsabilità.
La natura di interesse generale, propria degli Ets, dovrebbe far sollecitare il ricorso a risorse pubbliche e private, messe in gioco per l’interesse comune, per assicurare il servizio migliore. Il primo appuntamento di co-programmazione sarà dedicato all’invecchiamento attivo tra sociale e sanitario e si svolgerà venerdì 10 dicembre alle ore 10, presso la sala ‘Fondo Sbriccoli’ del Dipartimento di Giurisprudenza, in via Garibaldi 20 a Macerata.