Ma Ma Tutto andrà bene
Vari sono i motivi che possono spingerci ad andar a vedere questa pellicola: il fascino di una star come Penélope Cruz o il desiderio di approfondire come può reagire una donna, a cui capiti di contrarre un tumore al seno. In essa troverà una risposta esemplare sotto molti punti di vista. Ma deve essere pronto ad immergersi nel mondo tipico di quel dolore.
Una giovane signora con un figlioletto, che riesce bene nel calcio, scopre di essere affetta da un cancro in un momento già difficile, perché sta per essere lasciata dal marito e per perdere il lavoro. Si trova a consolare e a conoscere bene un esponente sportivo, ammiratore delle abilità di suo figlio, al quale muoiono i familiari in un incidente. Inizia un’amicizia anche con il ginecologo che la cura, pure lui in difficoltà matrimoniali. Una trama pensata per approfondire il tema di sofferenze comuni di oggi.
L'attrice Cruz si dimostra pienamente all'altezza della situazione, interpretando una donna di carattere forte, che sa mantenere una compostezza dolce ed equilibrata, sapendo sempre cercare il meglio per quanti la circondano e per se stessa. Ama la vita nel “qui ed ora” e si orienta secondo la speranza. Si direbbe un'ottima cristiana, se non fosse che dubita sulla sopravvivenza dell'anima dopo la morte. A differenza del nuovo compagno e del figlio che ci credono fermamente e sanno anche pregare.
Così in questo film vediamo affrontati argomenti importanti, come quello della fede o della mancanza di essa, dell'importanza dell'amore e di quella del perdono, della speranza anche nei momenti più difficili, dell'aiuto di quelli che sono vicini, anche se non parenti stretti. Il regista, Julio Medem, presenta il racconto in maniera elegante, alternando scene reali ad altre puramente immaginate dalla protagonista e non rispettando a volte la sequenza temporale, senza per questo rendere difficoltosa la visione. Sono presenti anche segni simbolici, che indicano la psicologia dei personaggi, come il bianco predominante nelle scene finali, che allude a una dimensione soprannaturale. Se uno coglie tutti questi valori, morali ed estetici, non può che gioirne, anche se la sofferenza rappresentata è davvero tanta, ma pur possibile.