L’uomo pulito della Sicilia

La stampa internazionale considera il nuovo presidente della Repubblica una figura di spicco, che rappresenta il trionfo politico di Matteo Renzi ma che al contempo è un esempio di equilibrio e prudenza
Sergio Mattarella presidente della repubblica

La notizia dell'elezione di Sergio Mattarella è risuonata rapidamente sui media di tutto il mondo. Il tedesco Der Spiegel lo definisce «un uomo pulito dalla Sicilia», che «è tanto lontano dalla Dolce vita quanto dal dolce far niente», nonché «una combinazione della regolarità svizzera e della diligenza tedesca». O almeno, conclude, così lo vedono gli italiani, contrariamente allo stereotipo che vuole gli uomini mediterranei fatti di tutt'altra pasta. Un uomo che, osserva il Financial Times, «pur essendo poco noto sullo scenario internazionale, è stato una figura politica di spicco nell'Italia degli anni Ottanta e Novanta»; un personaggio di spessore, tanto più importante in una fase politica come quella odierna perché – come gli fa eco anche la BBC – «i presidenti della Repubblica in Italia, pur ricoprendo un ruolo di rappresentanza, hanno il potere di nominare il primo ministro: potere frequentemente invocato in Italia, dove la politica è instabile per antonomasia» – lettura prealtro comune a pressoché tutti i media di area anglosassone.

Il New York Times pone invece l'attenzione su un'elezione che è vista come una sconfitta politica per Berlusconi; soprattutto perché «Sergio Mattarella, all'inizio degli anni Novanta, fu colui che sollevò la largamente ignorata questione del conflitto di interessi a riguardo del magnate dei media»; e anche il Wall Street Journal e Bloomberg, titolando «Il candidato del premier italiano è stato eletto presidente» e «Il candidato sostenuto da Renzi è eletto presidente», suggeriscono una simile lettura di contrapposizione tra lo schieramento politico che fa capo a Renzi e quello che fa capo a Berlusconi. Anche lo spagnolo El Mundo definisce Mattarella «il presidente eletto senza i voti di Berlusconi», e il compatriota El Paìs sottolinea come «l'elezione del giudice costituzionale rappresenta un grande trionfo politico per Matteo Renzi», in un conflitto quasi personale tra Berlusconi e il nuovo presidente sin dai tempi della Mammì che l'ex cavaliere «ha cercato di vendicare senza successo».

Dalla Francia, Le Figaro definisce Mattarella «un cattolico siciliano nel cuore delle istituzioni», e – al di là del fatto che sia stato il candidato scelto dal premier –  osserva come «è difficile trovare un personaggio più diverso da Renzi: tanto l'uno è esuberante e comunicativo, tanto l'altro è misurato, coltiva la calma come virtù essenziale, parla a voce bassa, con equilibrio e prudenza, ed evita le telecamere». Anche Le Monde ne sottolinea la sobrietà raccontando come sia stato visto «lasciare il suo modesto appartamento su di una Fiat Panda grigia per recarsi da sua figlia»; e conclude definiendo Berlusconi «il grande sconfitto delle presidenziali», dipingendone un ritratto alquanto pungente, «recluso a Miulano a rimuginare sulla sua disfatta».

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