L’uomo del treno
Un uomo dall’aspetto rude e solitario scende dal treno in una tranquilla cittadina della provincia francese in cerca di un alloggio e incontra un anziano professore in pensione che gli offre ospitalità. Taciturno e scontroso il primo, ironico e logorroico il secondo, vivono entrambi un punto di svolta nelle loro esistenze: una rapina in banca e un delicato intervento chirurgico. L’incontro tra due uomini così diversi in un momento tanto particolare delle loro vite innesca strane e inattese reazioni emotive e psicologiche. Così, in una sorta di travestimento esistenziale, i due compiono un comico e imprevedibile scambio di ruoli: il rapinatore chiede un paio di pantofole che indossa seduto comodamente in poltrona, leggendo poesie e fumando la pipa, mentre l’anziano professore, pistola in pugno, si esercita al tiro al bersaglio, a sollecitare emozioni inseguite per tutta una vita. Ma questo gioco di specchi, in cui ognuno ritrova nell’altro l’immagine di un sé alternativo che lo attrae inesorabilmente, non riesce a cambiare il corso degli eventi che condurranno questa breve e insolita amicizia verso un epilogo fatale, ma non disperante. Leconte mette in scena un gran bel film, in perfetto equilibrio tra ironia e romanticismo, girato in uno splendido bianco e nero, algido e rarefatto, che amplifica le suggestioni crepuscolari e le sollecitazioni emotive. Il regista è bravo a mettere in scena una storia in cui il rimpianto dei due protagonisti per la vita che non hanno vissuto non tracima mai nella commiserazione e nell’autocompatimento, evitando accuratamente le trappole del sentimentalismo. Ma L’uomo del treno è anche una straordinaria prova di attori in cui Jean Rochefort e Johnny Hallyday, in magica simbiosi, con le loro interpretazioni intense e partecipate, ci consegnano straordinarie pagine di cinema. Un film che restituisce uno sguardo diverso sulla vita, affascinando nella sua elementare, elegante semplicità. Regia di Patrice Leconte; con Jean Rochefort, Johnny Hallyday, Edith Scob, Jean- François Stévenin. Jean Rochefort.