L’uomo che divenne Foco

Scrittore, giornalista, parlamentare, membro della Costituente. Igino Giordani (1894-1980) è un testimone importante della storia del XX secolo. Esce in questi giorni per i tipi di Città Nuova la biografia scritta da Tommaso Sorgi: Igino Giordani, storia dell’uomo che divenne Foco. Anticipiamo la prefazione al volume scritta da Alberto Lo Presti, direttore del Centro internazionale Igino Giordani
Igino Giordani

Era il lontano 1985 quando Tommaso Sorgi, raccogliendo una richiesta pervenutagli da Chiara Lubich – fondatrice del Movimento dei Focolari – si trasferì da Teramo ai Castelli Romani, per avviare il Centro Igino Giordani, cominciare l’opera di ordinamento del suo imponente archivio, preparare una biografia del personaggio. Di questi tre scopi principali, i primi due si sono realizzati e sviluppati nel corso della trentennale esperienza del Centro, mentre l’ultimo è raggiunto con la pubblicazione di questo volume.

Le sue dimensioni, visibilmente cospicue, ci aiutano a intuire quanto approfondita sia stata la ricerca condotta da Sorgi. Essa riguarda la prima parte della vita e del pensiero di Giordani, quella cioè  dalla nascita (1894) alla fine degli anni Quaranta. Nel settembre del 1948 avviene l’incontro fra Giordani e Chiara Lubich, destinato ad imprimere una decisiva spinta allo sviluppo del neonato Movimento dei Focolari, e di conseguenza da considerare cruciale per le vicende storiche della Chiesa e della cultura del mondo contemporaneo.

La ricerca di Sorgi non ci lascia certo smarriti a meta del guado. Intanto perché, nel corso degli anni, dalla sua penna sono usciti altri contributi rilevanti ed autorevoli su Giordani, dai quali emergono dei quadri storici sulla sua vita di focolarino e confondatore del Movimento dei Focolari.

In particolare, si segnala Giordani. Segno di tempi nuovi, pubblicato da questa stessa editrice nel 1994, finora la principale e più consultata sua biografia. Ricordiamo anche Un’anima di fuoco. Profilo di Igino Giordani, sempre per i tipi di Città Nuova, uscito nel 2003 a sostegno delle ricerche condotte dalla causa di canonizzazione del Servo di Dio, avviata formalmente l’anno precedente.

Sorgi ha anche curato il volume collettaneo Igino Giordani. Politica e morale (Città Nuova, Roma 1995), dove ha personalmente contribuito con un saggio sul rapporto fra Giordani e il Movimento dei Focolari e ha coordinato il lavoro di storici e politologi sulla sua figura. Altri approfondimenti hanno riguardato alcuni aspetti particolari e influenti della storia e dell’opera giordaniana, come per esempio Il percorso ecumenico di Igino Giordani («Nuova Umanita», 2012/1), La dottrina sociale in Igino Giordani. L’attualità dei Padri della Chiesa («Unita e Carismi», 2002/6), Igino Giordani e Gesu abbandonato («Unita e Carismi», 2006/2). L’elenco delle pubblicazioni su Giordani è ancora più esteso così come il numero degli interventi pubblici in convegni, incontri, ecc.

E non può, in questo ambito, essere sottaciuto un contributo speciale, purtroppo non ancora pubblicato, ma circolato presso alcuni cultori della figura giordaniana. Si tratta di Il “viaggio”, il “volo” di Igino Giordani (2011, stampato in proprio dal Centro Igino Giordani): un affresco della sua profonda spiritualità, sorto dagli approfondimenti collegati alla causa di canonizzazione.

Dunque, Tommaso Sorgi e il più  profondo conoscitore, e il principale divulgatore, della vita e dell’opera di Igino Giordani. Non si tratta di un titolo qualsiasi: Giordani è una figura complessa, difficilmente avvicinabile per chi si cimenti allo studio da un unico punto di vista disciplinare.

Egli non fu solo un giornalista, o uno scrittore, o un politico. Non fu solo uno studioso del pensiero sociale cristiano, o uno storico, o un agiografo. Neanche potremmo definirlo solo come un grande conoscitore della letteratura cristiana antica, o un precursore del Concilio Vaticano II, o un focolarino che aprì la strada alla consacrazione dei coniugati. Giordani fu tutto questo, ma anche di più. Per analizzare la sua personalità, è necessario ricorrere a tanti strumenti intellettuali e porsi sul medesimo piano della sua profonda spiritualità. È quanto ha potuto fare Tommaso Sorgi, mettendo in campo competenze e personalità straordinarie.

Basti guardare alla sua carriera e alle sue esperienze professionali ed accademiche. La sua biografia si compone di notizie importanti. Apprese la filosofia neo-tomista durante la formazione al seminario di Chieti; in gioventù mostrò spiccate propensioni all’impegno civile, diventando presidente diocesano della Gioventù cattolica. Partecipò ai momenti fondativi delle Acli a Roma e poi nella sua città natale. Laureato in lettere, divenne professore di sociologia all’università di Teramo, e ricoprì diversi incarichi politici, divenendo consigliere comunale (dal 1946 al 1964), presidente della Federazione provinciale dei Coltivatori diretti (1955-1970), presidente degli Ospedali e degli Istituti Riuniti di Teramo (1957-1961) e dal 1953 al 1972 fu deputato al Parlamento italiano, per la Democrazia Cristiana, facendo parte della Commissione Pubblica Istruzione e, poi, di quella della Sanita. È stato presidente della Commissione mista Interni-Sanità per la legge sugli asili-nido, relatore sul bilancio del Ministero della Sanità (1961), membro di due Commissioni parlamentari di studio dei sistemi sanitari inglese e sovietico (con visite a Londra, a Mosca e a quella che allora si chiamava Leningrado). Particolarmente significativa è la sua saggistica. È autore di alcuni libri di teoria sociale, dai quali emerge il suo impegno per la fondazione di un approccio sociologico basato sull’altruismo e l’agire agapico. È stato fra i primi a introdurre al pubblico italiano le opere di G. Gurvitch e P. Sorokin. Ha condotto ricerche sulla dottrina sociale della Chiesa e sulla storia del movimento cattolico italiano.

Lo ricordiamo anche docente di Storia dei movimenti sociali cristiani all’Istituto Internazionale “Mystici corporis”, Loppiano (Incisa Valdarno). Solo la vocazione al Movimento dei Focolari, unita a una costante dedizione a realizzare le ispirazioni di Chiara Lubich, possono spiegarci la prontezza con cui Sorgi decise di lasciare la propria amata terra abruzzese per condurre il nascente Centro Igino Giordani.

Da qui ha potuto cominciare a lavorare sul centinaio di volumi scritti dal Giordani e sugli oltre quattromila articoli da lui firmati. Ha conosciuto il suo ricco epistolario con pontefici, cardinali e vescovi, con parlamentari e presidenti della Repubblica Italiana, con personalità eminenti non italiane, con scrittori e intellettuali, con i propri familiari e con tanta gente comune. In un certo senso, Sorgi restituiva a Giordani quanto da lui aveva ricevuto quando, nell’aprile del 1956, un incontro fra i due aprì le porte a Sorgi per conoscere Chiara Lubich e il Movimento dei Focolari.

Una gratitudine che si manifestò  con una passione per la sua figura e una scrupolosa e attenta cura biografica.

Questo volume è tutto ciò. È intriso di un legame speciale, quello che porta il maestro e il discepolo a continuare a volersi bene attraverso la narrazione e la testimonianza. Assai significative, in tal senso, sono le parole pronunciate da Sorgi in occasione del ricevimento del Premio Igino Giordani organizzato dal Comune di Tivoli nel 2008: «Egli è  ancora mio maestro. Con la grazia di dover seguire la sua causa di canonizzazione, trovò continui insegnamenti dal suo essere un innamorato di Dio, un innamorato dell’uomo».

Se non fosse presuntuoso da parte mia – che ora occupo, con molti meno meriti di Tommaso Sorgi, il posto di responsabile del Centro Igino Giordani – mi piacerebbe chiudere dicendo che sento che quel rapporto di affiliazione si è propagato fino a oggi, e mi pone in uno stato di gratitudine immensa non solo rispetto a Chiara Lubich e Igino Giordani, ma nei confronti dello stesso Tommaso Sorgi. E, naturalmente, dovrei estendere tale sentimento alle colleghe e ai colleghi che condividono quotidianamente il lavoro del Centro.

Igino Giordani. Storia dell’uomo che divenne Foco è, quindi, un volume risultante da un’esperienza profonda che portò l’autore – Tommaso Sorgi – a cimentarsi nella sua scrittura per circa vent’anni.

Si possono riconoscere, nello svolgersi del testo, le evoluzioni concettuali e tematiche intercorse in questo lungo periodo. Simboleggiano il grande impegno profuso da Sorgi nel donarci quest’opera documentata e precisa, arricchita da una forma espressiva elegante e raffinata, che rivela la preziosità del suo stile letterario.

Alberto Lo Presti
20 gennaio 2014

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