L’uomo abban-donato. Premesse per un’antropologia rinnovata, in dialogo con K. Hemmerle
Come sempre nel corso degli ultimi due millenni, anche oggi il pensiero di ispirazione cristiana è chiamato a farsi carico delle questioni fondamentali che travagliano la contemporaneità, e che attendono letture puntuali e pertinenti tentativi di risposta. Una delle maggiori urgenze del nostro tempo, della quale non può essere la teologia la sola a farsi carico, ma nella quale essa è chiamata a investire le proprie energie migliori, concerne l’esercizio concreto di una lettura dell’umano che parta dal novum costituito dalla rivelazione trinitaria, in Gesù consegnata alla storia. In modo da imparare a riconoscere le dinamiche trinitarie che già abitano, perlopiù a loro insaputa, il vivere e l’agire degli uomini, quando le loro relazioni sono caratterizzate (lo dico sotto forma di enunciato) dal dono sincero di sé1.
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