L’università di Torino ricorda Panikkar
All’apertura dell’anno accademico l’Università di Torino ricorda Raimon Panikkar, nel decennale della sua scomparsa avvenuta il 26 agosto 2010 a Tavertet, in Catalogna. Figlio di una spagnola e di un indiano, filosofo, teologo e scrittore, sacerdote con un rapporto travagliato con la Chiesa, Panikkar aveva dedicato la sua vita al dialogo interculturale e interreligioso. E proprio a lui, nell’Ateneo torinese, è dedicata la cattedra di Finanza etica e microcredito del Corso di laurea in Scienze internazionali tenuta dai professori Roberto Burlando e Mauro Bonaiuti. A parlarci di Panikkar è Luca Streri, economista, fondatore e presidente del Movimento Mezzopieno, che sempre a Torino ha organizzato la Festa nazionale della positività (3 e 4 ottobre) e il workshop Promuovere felicità e benessere (23 e 24 ottobre).
Streri, quando ha conosciuto Panikkar?
Nel 2005, a casa sua in Spagna, dove invitava gli amici e i rappresentanti delle grandi religioni di tutto il mondo per quelli che chiamava sangama, cioè degli incontri in cui si viveva con lui anche per settimane e si condividevano le letture dei libri sacri e le cerimonie delle varie religioni.
Che ha rappresentanto Panikkar per lei?
Panikkar è l’uomo che ha cambiato la mia vita ed è tuttora il riferimento per le scelte che compio. Nel 2005 dall’economista puro che ero, impegnato in borsa e nell’alta finanza, ho avuto una conversione mistica. Quando l’ho incontrato ho riscoperto una fede vissuta, vera. Alla fine della settimana che abbiamo trascorso insieme – lui aveva ascoltato a lungo la proposta che io e gli altri amici gli abbiamo fatto per creare la Fondazione Arbor (impegnata nella promozione del dialogo tra culture, popoli e comunità, ndr) – mi prese da parte e mi disse: «Tu che ruolo ti vuoi ritagliare?». Io gli risposi: «Padre, io lascio tutto: la banca, la finanza. Voglio andare a vivere insieme ai poveri». Lui allora mi mise una mano sulla spalla e mi disse: «Allora io ti benedico, tu sarai la persona che rappresenterà Arbor in India». Queste sue parole mi hanno caricato di una grandissima responsabilità. Non ho mai dimenticato quel momento.
Quanto è attuale oggi il dialogo interreligioso?
È molto attuale. Oggi parlare di dialogo interreligioso non è più un discorso elitario: papa Francesco lo fa spesso e ci sono incontri interreligiosi ogni anno in diverse parti del mondo e credo che questo avvenga anche grazie a Panikkar. Per anni, fino alla sua scomparsa, abbiamo organizzato tanti sangama insieme con la fondazione Arbor, invitando i rappresentanti delle religioni di tutto il mondo per trovare i punti di incontro e di dialogo che le varie religioni hanno in comune.