L’unità prevale sul conflitto (Evangelii Gaudium 226-230)
L’intera esortazione papale è attraversata dal forte richiamo al valore della pace, nelle sue molteplici accezioni, e alla capacità di armonizzare le diversità di qualsiasi natura, siano esse sociali, politiche o appartenenti alla sfera economica. Anche se appare ineludibile la constatazione della realtà conflittuale che spesso agita le situazioni nelle quali uomini, Stati, organizzazioni sono chiamati a confrontarsi, è significativo come Bergoglio associ immediatamente al conflitto alcuni elementi di fondo, che lo connotano negativamente: perdita di prospettiva, limitatezza degli orizzonti, frammentazione esistenziale. In questo modo si sintetizza in maniera rapida ed efficace quanto il XX secolo ci ha consegnato: la caduta di quei regimi che si basavano su ideologie che esasperavano la lotta sociale, il confronto culturale manicheo, favorevoli a riconoscere il motore del procedere storico nella guerra e nella selezione, in certo qual modo “darwiniana”, tra popoli superiori e popoli inferiori. L’intenzione evidente, infatti, è quella di sottolineare che la costruzione di una società rinnovata non passa da coloro che ritengono il conflitto inevitabile, necessario; quanto piuttosto da quanti sono capaci di assumersi il peso della divisione e lavorano, con fiducia e capacità di visione, per superarlo. A questa categoria di persone è consegnato il principio dell’unità, considerando la solidarietà e la fraternità come emblemi della costruzione di un presente e di futuro di pace. (223-230)
Marco Luppi
assistente all’Istituto universitario Sophia