L’unità d’Italia a partire dal Sud
Pubblichiamo in anteprima la prefazione del libro intervista a mons. Bregantini, vescovo Cei per i problemi sociali, noto per il suo impegno a favore della legalità. Mercoledì la presentazione a Loppiano
Federalismo fiscale e unità d’Italia, vescovi e Sud, Lega Nord e Mezzogiorno, donne e ’ndrangheta, Fiat e sindacati, grande centro e politici cattolici, Chiesa e lavoro: sono solo alcuni dei temi affrontati da mons. Giancarlo Bregantini, vescovo della Cei per i problemi sociali nel dialogo con Paolo Loriga, caporedattore di Città Nuova.
Le risposte sono state raccolte nel libro Il nostro Sud in un Paese (reciprocamente) solidale. La presentazione ufficiale, presenti i due protagonisti, si svolgerà mercoledì 17 novembre al Polo Lionello di Loppiano, Incisa Valdarno (Fi).
In anteprima pubblichiamo la Prefazione.
Il fattore R
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Di un vescovo in carriera non ci saremmo interessati se mons. Bregantini non fosse un pastore che del Sud e nel Sud ha vissuto e sta continuando a spendersi in un’esperienza radicale ed emblematica. Lui, dell’estremo Nord, s’è trovato a percorrere nel Mezzogiorno della Calabria e della Puglia tappe impensate nella loro pregnanza sociale. Nel 1978 diventa cappellano delle fabbriche di Crotone e dal 1984 anche del locale carcere. Nel 1987 è a Bari, dove diviene cappellano dell’ospedale, parroco in una zona difficile della città, nonché insegnante di Storia della Chiesa nel seminario.
Poi Locri, dove ha fatto rifiorire un’impossibile primavera per quella popolazione. Insomma, uno straordinario curriculum che lo accredita come voce autorevole del Sud e ne ha fatto uno dei vescovi più ascoltati dalla cultura laica.
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La sua storia personale è quella di un “italiano integrale”, segnata com’è dal Nord, dal Sud e dal Centro. Il carattere e la sua testimonianza assumono e riuniscono i colori vivi delle Dolomiti, quelli infuocati della Calabria, il cromatismo tenue, pastello, del Molise. C’è tutto il necessario per fare un arazzo, «ma c’è anche il rischio che risulti un pasticcio», aggiunge subito il diretto interessato. La differenza può farla solo il “fattore R”, la reciprocità. Un principio che, per Bregantini, non costituisce solo un punto fermo. Riveste una centralità del tutto particolare: è la chiave interpretativa dei fenomeni, è la terapia per le molteplici malattie, è il fondamento delle sue proposte, tanto pastorali, quanto sociali. La reciprocità è quello di cui ha bisogno l’Italia, il Nord quanto il Sud. E serve anche alla vita della Chiesa per arrivare a vivere la piena corresponsabilità sin dalla vita parrocchiale. Nelle pagine che seguono troverete le peculiari modalità con cui declina il “fattore R” e lo argomenta a seconda dei problemi in esame. Per lui la dinamica culturale e la politica nazionale si giocano in questo periodo attorno alla cruciale questione del federalismo fiscale, che – indica – «sarà la misura e la verifica della reciprocità».
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Mentre è in corso la riflessione storica avviata con le celebrazioni del 150° anniversario dell’unità d’Italia, siamo dell’avviso che il Sud vada inteso come “nostro Sud” e che il Paese se la potrà cavare solo se diventa realmente solidale.
Sarebbe un grande traguardo, ma lo riteniamo insufficiente, da un lato, e irraggiungibile, dall’altro. Quel reciprocamente posto in copertina a integrazione di un onesto titolo non è tanto un trucco grafico, quanto il fondamento dell’unica proposta culturale e politica adeguata all’oggi per un Paese più coeso.
Il libro – frutto di alcuni appassionanti dialoghi svoltisi nella semplicità della sede episcopale di Campobasso – offre un senso di marcia e un orizzonte di riferimento, indica percorsi e metodologie, lancia sfide e qualche provocazione a quanti hanno a cuore il futuro dell’Italia. Per chi ha partecipato alla Settimana sociale dei cattolici svoltasi a Reggio Calabria nell’ottobre del 2010, o ne ha seguito le cronache, le risposte di mons. Bregantini costituiscono una sorta di vademecum per proseguire il lavoro di riflessione e dar corpo alle indicazioni operative emerse.