L’unità di Potenza, Sapienza e Amore come “altra” modernità in T. Campanella
L’istanza, in Telesio, di un’apertura immediata del sapere alla realtà e l’istanza, in Cartesio, di una criticità e problematicità assoluti del sapere costituiscono esigenze irrinunciabili della modernità, che conducono tuttavia ad un esito nichilistico se sviluppate nella loro reciproca inconciliabilità. Questo esito nichilistico, che ha permeato la modernità, è da inquadrare come separazione del sapere dal fondamento dell’essere e come conseguente impossibilità di un agire che sia consapevolmente fondato nell’essere. La metafisica primalitativa di Campanella, che concepisce l’essere come comunicazione toticipativa (divina) di potenza (fondamento), sapienza e amore, tiene ferme le istanze di Telesio e Cartesio e le concilia attingendo all’atto agostiniano della certezza di sé. In questa conciliazione si delinea un’”altra” modernità, in cui l’individuo è chiamato ad autodeterminarsi nella partecipazione alla toticipazione divina.