L’Umbria scende in piazza per i suoi sentieri
Le interlocuzioni tra Cai, altre associazioni e Regione Umbria non hanno, almeno ad oggi, portato ad un punto di incontro sul tema: l’amministrazione Tesei sta infatti proseguendo con la linea tracciata dall’ultima legge di bilancio, ossia consentire ai mezzi motorizzati l’accesso alla vasta rete di sentieri della Regione. Una decisione che ha visto la ferma opposizione del Club Alpino Italiano (Cai), che già da dicembre 2023 aveva avviato le interlocuzioni per trovare una soluzione che salvaguardasse il ricco patrimonio sentieristico umbro.
Interlocuzioni che però, nonostante si sia mosso (letteralmente, perché era stato a Perugia a febbraio per incontrare la presidente regionale) anche il presidente Cai nazionale Aldo Montani, non hanno ad oggi portato alcun risultato: di qui dunque la decisione del Cai e di altre 27 associazioni umbre che si occupano di escursionismo, ambiente e turismo “lento” di indire una manifestazione per dire no a questa legge. L’appuntamento è per le ore 9 di domenica 14 aprile al parcheggio Stazzi di Assisi (ricordiamo che anche i frati di Assisi si sono espressi contro il provvedimento in questione, dato che i sentieri sono percorsi da numerosi pellegrini) sulle pendici del Monte Subasio.
Come spiega in una nota il presidente del Cai-Umbria, Gian Luca Angeli, «vogliamo cogliere l’occasione della seconda giornata di Cammini Aperti 2024, che interesserà uno dei tratti della Via di Francesco del Monte Subasio, per ribadire la nostra civile, ma ferma critica alla recente legge regionale che di fatto consente ai veicoli a motore di percorrere i sentieri e le vie forestali. Le otto sezioni umbre hanno annullato le escursioni in programma per domenica 14 aprile per far intervenire il più alto numero di soci alla manifestazione».
«Intendiamo rilevare ancora una volta – sottolinea Angeli – l’incredibile contraddizione della Regione Umbria che da una parte, in qualità di capofila del turismo slow, promuove una iniziativa pregevole come ‘Cammini Aperti’, mentre dall’altra approva una modifica alla normativa regionale che arrecherà un danno altissimo a quella forma di turismo lento e sostenibile che intende promuovere e valorizzare».
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