L’ultimo Natale di George Michael

Un infarto, secondo l’annuncio dato dal suo entourage, ha concluso l’esistenza di una delle stelle più luminose del pop degli anni Ottanta. Aveva solo 53 anni  
FILE - In this Sept. 9, 2012 file photo, British singer George Michael performs at a concert to raise money for the AIDS charity Sidaction, during the Symphonica tour at Palais Garnier Opera house in Paris, France. Michael, who rocketed to stardom with WHAM! and went on to enjoy a long and celebrated solo career lined with controversies, has died, his publicist said Sunday, Dec. 25, 2016. He was 53. (AP Photo/Francois Mori, File)

In questo 2016, che già s’era portato via superstar come David Bowie, Prince e Leonard Cohen, il mondo della musica popolare piange un’altra delle sue icone. Si chiamava in realtà Georgios Kyriacos Panayiotou, ed era nato vicino a Londra nel 1963, da un padre greco-cipriota e una madre britannica. Il successo era arrivato presto con i Wham!, fondati insieme all’amico del cuore Andrew Ridgeley nel 1982.

Un successo tanto improvviso quanto clamoroso: i due avevano esattamente ciò che il mercato chiedeva da tempo: melodie intriganti e di impatto immediato, due faccine posterizzabili, canzoncine perfette per catturare i sogni e i desideri dei coetanei: ovvero i nuovi inquilini di quelli che, con una felice metafora, si sarebbero definiti “gli anni di panna”.

Michael e il suo compare conquistano il trono del brit-pop ammiccando al soul della Motown e al rap, ma anche all’eleganza sontuosa di Elton John. Il 1984 è l’anno della consacrazione: l’album Make it Big è un successo planetario, anche grazie a canzoni destinate a diventare la colonna sonora di un’epoca: Wake me up before you go go (cento milioni di copie vendute in un solo giorno), Freedom, e soprattutto Careless Whisper, ammaliano una generazione evidentemente smaniosa di spedire in archivio gli  intellettualismi della decade precedente, quella degli anni di piombo. Ma il duo non si limita a conquistare l’Occidente, perché i Wham! fanno impazzire anche  i giovani cinesi che li accolgono  trionfalmente l’anno dopo,  per un tour che fece storia. Alla fine del 1984 George aveva scritto anche la fortunata e struggente Last Christmas, una pop ballad natalizia che riascoltata oggi fa una certa impressione.

E tuttavia la fulminante avventura dei Wham! avrà vita breve: la pubblicazione nel 1986 di The Final segnò già l’epitaffio finale del duo e l’avvio, di lì a poco, della carriera solista di George Michael. Sulla carta il Nostro si propone come un potenziale erede del pop glamour dell’amico Elton John e per certi versi anche di Freddy Mercury; ma nonostante altri album di grande successo il Nostro si ritroverà sempre più spesso alle prese con problemi personali (depressione,  abuso di droghe e psicofarmaci).

Alti e bassi e chiaroscuri – pubblici e privati – segneranno anche l’ingresso nel nuovo millennio, fra iniziative umanitarie e bravate varie,  outing e gossip, e qualche episodica battaglia “politica” a ribadire la sua insofferenza verso i coriandoli dello star-system. In questa decade, il Symphonica Tour ne rilancerà popolarità e ambizioni, così come l’acclamata partecipazione come guest star alle Olimpiadi londinesi del 2012.

Poi, del tutto inaspettato, l’epilogo, avvenuto, secondo quanto dichiarato dai famigliari, “serenamente nella sua casa”: una chiusura anomala e inattesa per quest’ennesima iperbole della geometria pop, certamente destinata a rappresentare ancora a lungo la solida evanescenza dei sogni della sua generazione..

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