L’ultimo Natale di George Michael
In questo 2016, che già s’era portato via superstar come David Bowie, Prince e Leonard Cohen, il mondo della musica popolare piange un’altra delle sue icone. Si chiamava in realtà Georgios Kyriacos Panayiotou, ed era nato vicino a Londra nel 1963, da un padre greco-cipriota e una madre britannica. Il successo era arrivato presto con i Wham!, fondati insieme all’amico del cuore Andrew Ridgeley nel 1982.
Un successo tanto improvviso quanto clamoroso: i due avevano esattamente ciò che il mercato chiedeva da tempo: melodie intriganti e di impatto immediato, due faccine posterizzabili, canzoncine perfette per catturare i sogni e i desideri dei coetanei: ovvero i nuovi inquilini di quelli che, con una felice metafora, si sarebbero definiti “gli anni di panna”.
Michael e il suo compare conquistano il trono del brit-pop ammiccando al soul della Motown e al rap, ma anche all’eleganza sontuosa di Elton John. Il 1984 è l’anno della consacrazione: l’album Make it Big è un successo planetario, anche grazie a canzoni destinate a diventare la colonna sonora di un’epoca: Wake me up before you go go (cento milioni di copie vendute in un solo giorno), Freedom, e soprattutto Careless Whisper, ammaliano una generazione evidentemente smaniosa di spedire in archivio gli intellettualismi della decade precedente, quella degli anni di piombo. Ma il duo non si limita a conquistare l’Occidente, perché i Wham! fanno impazzire anche i giovani cinesi che li accolgono trionfalmente l’anno dopo, per un tour che fece storia. Alla fine del 1984 George aveva scritto anche la fortunata e struggente Last Christmas, una pop ballad natalizia che riascoltata oggi fa una certa impressione.
E tuttavia la fulminante avventura dei Wham! avrà vita breve: la pubblicazione nel 1986 di The Final segnò già l’epitaffio finale del duo e l’avvio, di lì a poco, della carriera solista di George Michael. Sulla carta il Nostro si propone come un potenziale erede del pop glamour dell’amico Elton John e per certi versi anche di Freddy Mercury; ma nonostante altri album di grande successo il Nostro si ritroverà sempre più spesso alle prese con problemi personali (depressione, abuso di droghe e psicofarmaci).
Alti e bassi e chiaroscuri – pubblici e privati – segneranno anche l’ingresso nel nuovo millennio, fra iniziative umanitarie e bravate varie, outing e gossip, e qualche episodica battaglia “politica” a ribadire la sua insofferenza verso i coriandoli dello star-system. In questa decade, il Symphonica Tour ne rilancerà popolarità e ambizioni, così come l’acclamata partecipazione come guest star alle Olimpiadi londinesi del 2012.
Poi, del tutto inaspettato, l’epilogo, avvenuto, secondo quanto dichiarato dai famigliari, “serenamente nella sua casa”: una chiusura anomala e inattesa per quest’ennesima iperbole della geometria pop, certamente destinata a rappresentare ancora a lungo la solida evanescenza dei sogni della sua generazione..