L’Ulisse di Marco Paolini
L’Ulisse di Marco Paolini
Da alcuni anni Marco Paolini esplora il personaggio di Ulisse. Oggi, con la collaborazione alla scrittura di Francesco Niccolini e la regia di Gabriele Vacis, la narrazione ha trovato il suo centro negli dèi, burattinai del destino umano. Il calzolaio del sottotitolo è l’aedo, che cuce la storia intorno al corpo e alla personalità di Ulisse come l’artigiano fa con un paio di scarpe. «Con quanti, ma soprattutto con quali dèi ha a che fare un uomo oggi? – si chiede Paolini –. Non penso ovviamente alle solide convinzioni di un credente, ma al ragionevole dubbio di chi, guardando al tempo in cui vive, pensa con stupore e disincanto alle possibilità di accelerazione proposte alla razza umana. Possibilità di lunga vita, possibilità di potenziamento mentale e fisico, possibilità di resistenza alle malattie, eccetera… Restare umani sembra uno slogan troppo semplice e riduttivo, troppo nostalgico e rassicurante quando diventare semi-dèi appare un traguardo possibile, almeno per la parte benestante del pianeta. Ulisse per me è qualcuno che di dèi se ne intende e davanti alle sirene dell’immortalità sa trovare le ragioni per resistere». “Nel tempo degli dei. Il calzolaio di Ulisse”, di Marco Paolini e Francesco Niccolini, regia Gabriele Vacis, musiche originali Lorenzo Monguzzi, scenofonia, luminismi e stile Roberto Tarasco, con Marco Paolini e con Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani. Coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e Jolefilm. A Milano, Piccolo Teatro Strehler, dal 14/3 al 18/4.
I sonetti di Shakespeare
Non una semplice lettura scenica del canzoniere del Bardo, ma uno spettacolo trasversale, giocato su combinazioni imprevedibili di movimento e parola, in perenne dialogo con la musica e il suono. Una ricerca sul linguaggio poetico di Shakespeare che prende le mosse dalla nuova versione italiana delle poesie, preparata e adattata per la scena da Fabrizio Sinisi e Valter Malosti, e le coreografie di Michela Lucenti. In scena, l’attore e regista dà corpo ai caratteri evocati dal testo: un uomo maturo, un giovane e una donna. Con lui (io narrante, poeta e clown-buffone), la danzatrice e coreografa Michela Lucenti inquietante Dark Lady, Maurizio Camilli nei panni del Poeta rivale, Marcello Spinetta il giovane ragazzo ed Elena Serra la misteriosa S. L’avvolgente e complesso progetto sonoro, ingloba celebri canzoni di Domenico Modugno. “Shakespeare/Sonetti”, versione italiana e adattamento teatrale di Fabrizio Sinisi e Valter Malosti, regia Valter Malosti, coreografie Michela Lucenti, scene e costumi Domenico Franchi, luci Cesare Agoni, Sergio Martinelli, progetto sonoro Valter Malosti. Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Centro Teatrale Bresciano, Teatro di Dioniso. A Roma, Teatro Vascello, dal 13 al 17/3.
Il piacere dell’onestà
Dopo aver messo in scena Così è se vi pare, l’attore e regista Alessandro Averone torna a Pirandello con uno dei testi più grotteschi del grande autore, nel quale, attraverso il meccanismo del paradosso Pirandello mette in risalto le tematiche che gli sono care. «Ci muoviamo costantemente circondati da immagini ‒ racconta Averone ‒ infinite immagini di come gli altri ci appaiono, di come noi appariamo a noi stessi e al mondo che ci circonda. Immagini di come vorremmo essere percepiti, di come gli altri vorrebbero essere visti da noi. Con la consueta causticità e maestria delle dinamiche teatrali Pirandello ci accompagna all’interno di un salotto borghese. Luogo principe dell’ipocrisia e dell’immagine, e ci mostra con un limpido paradosso la drammatica e ridicola difficoltà di essere radicalmente e compiutamente se stessi». “Il piacere dell’onestà”, di Luigi Pirandello, regia Alessandro Averone, con Alessandro Averone, Alessia Giangiuliani, Laura Mazzi, Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro, scene Alberto Favretto, costumi Marzia Paparini, luci Luca Bronzo, musiche a cura di Mimosa Campironi. Produzione Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Knuk Company. A Pistoia, Teatro Manzoni, dal 15 al 17/3; a Pisa, Teatro Verdi, il 23 e 24; a Roma, Teatro Vascello, dal 2 al 7/4; a Prato, Teatro Metastasio, dal 9 al 14/4.
Medea tra danza e percussioni
Lo spettacolo, ideato dal coreografo Emio Greco e da Pieter C. Scholten per il Balletto di Marsiglia, si iscrive in una dimensione atemporale e universale. Un tempo sospeso dalla voce di un’attrice per rivelare la modernità delle tragedie greche. Manuela Mandracchia incarna di volta in volta, monologhi di diversi personaggi del teatro greco che riecheggiano per la loro contemporaneità. Composta di sette parti – l’esposizione, il rifiuto, la presa di coscienza, il rimpianto, l’accettazione, la rivolta e l’esito – Non solo Medea interroga la nozione di determinismo in una società in crisi e si fa portatrice, in uno slancio catartico, di un desiderio di cambiamento. Il corpo di diciotto danzatori risponde alle parole del teatro antico sul suono delle percussioni dal vivo. Il passato e il presente si sfiorano e si urtano su uno sfondo musicale energico e potente, attingendo tanto al repertorio dei Pink Floyd, quanto ad alcuni estratti delle Sinfonie di Beethoven e Mahler. “Non solo Medea”, ideazione e coreografia Emio Greco e Pieter C. Scholten, testi Euripide e Sofocle, Tom Lanoye (La Fortezza Europa), Florian Hellwig, drammaturgia Marieke Buytenhuijs, Jesse Vanhoeck, danzatori del Ballet National de Marseille, attrice Manuela Mandracchia, percussionista Flora Duverger, film Ruben Van Leer, luci Henk Danner, costumi Clifford Portier. Produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Ballet National de Marseille, in collaborazione con Vaison Danses, ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna. A Napoli, teatro Mercadante, dal 15 al 17/3.