Luigino Bruni : per una rete europea di Economia di Comunione

«Vogliamo portare la creatività, le idee, l’intraprendenza e soprattutto la partecipazione di tanti alla ricostruzione del bene comune», Lo spiega all'agenzia Aleteia l’economista Luigino Bruni, coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione e membro del comitato scientifico di Loppiano Lab .
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L'economista Luigino Bruni: l'economia di papa Francesco non è un principio astratto

 

di Gelsomino Del Guercio

 

pubblicato su Aleteia il 16 settembre 2015

 

Verso una rete europea di Economia di Comunione (EdC) che supporti e colleghi i poli imprenditoriali di Portogallo, Belgio, Francia, Spagna, Croazia e Italia in cui operano aziende che aderiscono al progetto; la prima società italiana specializzata nel micro credito (MECC) per imprese di Economia Civile e di Comunione (ECdC); una Workshop School per i giovani sul mondo del lavoro e dell’impresa in collaborazione con imprenditori ed economisti; lo “stato dell’arte” dell’Economia di Comunione mondiale, dopo il recente Congresso internazionale di EdC di Nairobi (Kenya).

 

Sono questi i fronti e i percorsi sui quali il popolo dell’Economia di Comunione in Italia e tanti interessati si ritroveranno a dibattere, progettare e costruire il 25 e 26 settembre prossimo, a Figline Valdarno, nell’ambito della sesta edizione di LoppianoLab dal titolo “Oltre la paura. Cultura del dialogo, cittadinanza attiva, economia civile”.

«Vogliamo portare la creatività, le idee, l’intraprendenza e soprattutto la partecipazione di tanti alla ricostruzione del bene comune», spiega l’economista Luigino Bruni, coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione e membro del comitato scientifico della Convention.

Alla Convention, prosegue l’economista, «faremo il punto e svilupperemo i progetti degli ‘incubatori d’impresa’ per la crescita di attività imprenditoriali in Africa, nuovo punto prospettico da cui guardare l’economia mondiale, e in Italia, sostenuti da imprenditori dei due continenti. Relazione e comunione, valori culturali centrali dei popoli africani, sono oggi caratteristiche imprescindibili per un’economia che aspiri a generare e rigenerare il tessuto umano e il benessere dei popoli non solo nell’Italia degli sbarchi o nell’Europa delle frontiere invase dai migranti, ma in tutto il mondo».

Le ragioni del "Noi"

Bruni parte da un principio: «Da tutte le crisi economiche si esce mettendosi insieme. Tanto più l’eco della crisi è forte, tanto più bisogna agire operando collegialmente. La comunione è la forma più alta di cooperazione. Per rilanciare una fase di sviluppo, occupazione, felicità in Italia, dobbiamo necessariamente ritrovare le ragioni del “noi”».

Cooperazione vincente

 

L’economista sostiene che il suo discorso sia tutt’altro che astratto. «Non è un discorso filosofico. Esistono dimensioni locali dove la cooperazione ha generato risultati importanti. E’ diventata concreta, ad esempio a Cagliari, Catanzaro, Roma, solo per citare alcune delle esperienze. Lì la comunione ha creato nuovi spiragli di crescita. D’altro canto l’economia è un “pezzo di vita”: se non c’è concordia tra gli attori che concorrono alla sua crescita, non funziona l’intero sistema».

L’Economia dell'onestà

 

Per «concorrere insieme» è necessario applicare fino in fondo il richiamo di papa Francesco contro la corruzione. «L’economia dell’onestà di cui ha parlato il Santo Padre è già parte integrante dell’azione degli imprenditori dell’Economia di Comunione. Ma “onestà” non è un termine astratto: non ha alcun significato in un contesto dove l’imprenditore non paga le tasse o mette la sede fiscale all’estero, o se non si hanno profitti in comunione».

Giovani imprenditori

 

Ai giovani imprenditori che vogliono mettere in campo idee innovative Bruni lancia un messaggio chiaro: «Non si cresce se non si ha l’opportunità di dialogare con un corpo di imprenditori, consulenti, esperti che fanno sentire il giovane non solo. Molto spesso il problema di chi vuol mettere in campo un’idea imprenditoriale è che sa con chi interloquire, se non le banche. Entusiasmo e gioventù non bastano: serve supporto, esperienza. Lo spirito dell’Economia di Comunione è proprio questo: non sfruttare un giovane imprenditore ma insegnar lui a cooperare».

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