Luigino Bruni, lucido provocatore

Una lettura della società fuori dagli schemi comuni. L’analisi del necessario rinnovamento delle organizzazioni a movente ideale. Lo spirito inclusivo e dialogico che traccia nuove vie
Bruni

Non so se tutti conoscono Luigino Bruni, tra l'altro ordinario di Economia alla Lumsa di Roma, docente a Sophia ed editorialista di Città Nuova, che negli ultimi anni, grazie alla “complicità” di Marco Tarquinio di Avvenire, ogni domenica ci propone una lettura della società fuori dagli schemi comuni, uscendo dai sentieri già tracciati. Lo fa con una prosa incalzante, in cui le letture bibliche si “aggiornano” ai tempi d’oggi. “Chemins qui mènent nulle part?”. Non credo, anzi.

 

Bruni in particolare ha preso di mira le “società carismatiche” (o, più tecnicamente, le “organizzazioni a movente ideale”) per dirla alla Weber, cioè quelle minoranze creative, quelle parcelle di società che hanno avuto in dono (solitamente nella figura del “fondatore”) una visione del mondo, delle persone e delle cose utili all’umanità intera.

 

Intere società hanno compiuto i loro passi in avanti usufruendo delle ispirazioni di queste entità che hanno saputo rompere l’impasse sociale introducendo una dose più o meno grande di novità. Ma queste società sono estremamente delicate, perché hanno ragione di esistere solo per l’ispirazione originaria. Che però va rinnovata. Se accade, il contributo di un dato carisma continua, altrimenti s’interrompe.

 

Domenica 20 Luigino Bruni ha scritto su Avvenire sulle organizzazioni carismatiche che debbono avere la forza di non scacciare il “diverso-da-sé”, che hanno da dare spazio alle voci anche discordanti che nascono dal loro seno e che, solo se libere e aperte, possono essere ricomposte in una visione d'insieme, che è tutt’altro che un “pensiero unico e monolitico”. È creazione. (leggi qui l'articolo)

 

Sottolineo questo pensiero di Bruni perché corrisponde a quanto stiamo cercando di fare sulle colonne di Città Nuova e di cittanuova.it, oltre che nei libri della nostra casa editrice. Abituarsi ad ascoltare le voci diverse, talvolta dissonanti, coglierne il valore, saper distinguere il buon grano dalla zizzania, in uno spirito inclusivo, dialogico, che traccia nuove vie, abbattendo barriere e inventando nuove strategie per impedire che una visione diventi ideologica. Un lavoro lungo, faticoso, ma certamente fecondo.

 

p.s. Il pensiero di Luigino Bruni su questi argomenti è raccolto in un volumetto che consiglio a tutti: La distruzione creatrice. Come affrontare le crisi nelle organizzazioni a movente ideale, edito da Città Nuova: 

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