Luigi, l’avvocato

Poche parole in ricordo di un uomo che è riuscito a capire l'essenza della professione legale: onestà, rettitudine e rispetto delle leggi che regolano la convivenza umana. Tutti valori determinanti vissuti nella tutela del cliente, nella cultura del rispetto delle parti e nella promozione umana e professionale dei suoi collaboratori
La sapienza del cuore di Tanino Minuta

Luigi Martino (1932-1998) ha lasciato una testimonianza di vita per molti, soprattutto grazie al suo impegno da avvocato. Nato a Spinazzola nel 1932, Martino, detto Gigi, dopo essersi laureato in Giurisprudenza, a soli 25 anni accetta l'incarico di sub commissario prefettizio al Comune di Spinazzola. Si sposa con Gigia nell'agosto del 1960 e (dopo un breve viaggio di nozze) giungono insieme sui Castelli Romani, a Grottaferrata, dove si svolgeva un incontro di una settimana del Movimento dei Focolari. Per i Martino, appena sposati, la partecipazione all'incontro fu determinante: Chiara Lubich indicò loro la strada dell’amore al fratello come via privilegiata per la vita del cristiano, una strada che Martino seguirà per tutta la sua esistenza.

Nel 1965, eletto di nuovo consigliere comunale nella lista che vince le elezioni, è nominato vice sindaco. A metà del 1967, inaspettatamente, un’irremovibile decisione, rimasta forse per molti ancora oggi incomprensibile: le dimissioni da ogni carica. Il Movimento dei Focolari era in pieno sviluppo e venne chiesto ai Martino di trasferirsi a Bari per sostenere la comunità nascente. Gigi e Gigia adottano un figlio, Gianni, con il quale nel 1988 accettano un nuovo trasferimento, questa volta a Grottaferrata, presso i centri operativi del Movimento dei Focolari. Gigi lascia lo studio a Bari passando progressivamente ai giovani procuratori legali del suo studio la sua esperienza professionale.

Chi l’ha conosciuto, così lo ha descritto nel convegno di presentazione della sua biografia svoltasi qualche tempo fa a Bari  nella sala del consiglio dell’ordine degli avvocati: «Era nato nel 1932, quindi alle scuole elementari ha respirato aria di fascismo e dei grandi ideali di imperialismo. Da adolescente, quindi, ha vissuto il dramma della Seconda Guerra Mondiale con la conseguente forte voglia di rinascita – afferma Tanino Minuta, amico di Gigi e autore del libro “La sapienza del cuore. Vita dell’avvocato Luigi Martino” –. L’esperienza del passato gli aveva dimostrato che i grandi idealismi, se non sono al servizio dell’uomo, crollano inesorabilmente. Tutto il suo impegno, negli studi e poi nella professione, fu quello di muoversi sui binari dell’onestà, della rettitudine, del rispetto delle leggi che regolano la convivenza umana».

Giuseppe Barbaro, avvocato di Taranto, è stato uno dei primi praticanti dello studio Martino di Bari e ricorda con profonda gratitudine che gli fu riconosciuto un piccolo rimborso spese per consentirgli di essere autonomo, in un periodo in cui la pratica legale non veniva retribuita in alcun modo. Ricorda Barbaro: «Martino cercava sempre di valorizzare al massimo i propri collaboratori sicché, una volta, quando per una concomitanza di impegni professionali occorreva che qualcuno lo sostituisse in un processo penale, mi interpellò chiedendo la mia disponibilità, sebbene non fossi ancora all’altezza del compito. Ma con il suo sostegno e la sua fiducia il nostro rappresentato fu assolto».

Anche l’avvocato Teodoro Martino lo ricorda con profonda stima: «Avevamo in studio un "bugigattolo" (la stanza piccola destinata ai giovani collaboratori) che spesso con una scusa occupava lui per lasciarci spazio e farci fare bella figura con i nostri (in realtà suoi) clienti. Questo comportamento mette in risalto la sua profonda e sincera umiltà, che si concretizzava nella capacità di farsi piccolo con i più piccoli e la grande disponibilità nei confronti di chiunque gli fosse vicino».

Ci fu un altro episodio rappresentativo: la comunicazione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari sull’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti di uno dei giovani collaboratori dello studio: l’avv. Orazio Moscatello. Nonostante la massima meraviglia, la violazione disciplinare si era oggettivamente verificata a causa dell’addebito di un ingiustificato aggravio di spese legali al debitore del cliente. Tutti i casi simili si erano conclusi con sentenze di condanna e con sanzioni disciplinari a carico dell’avvocato. «In quel momento di prova – racconta l’avvocato Moscatello – Gigi non solo non mi ha mai giudicato, ma mi ha incoraggiato ad andare avanti e, nominato difensore di fiducia, è riuscito ad ottenere, miracolosamente, l’assoluzione per buona fede». «È stato lui, con la sua semplicità, con il profondo rispetto, con il valori che sapeva trasmettere, che è riuscito a farmi comprendere – afferma l’avvocatessa Maria Giovanna Rigatelli –  che c’è un modo diverso di essere avvocato, di essere uomo o donna dei rapporti, e di saper davvero tutelare il cliente nel modo migliore, nel pieno rispetto di tutte le parti».

A fine maggio del 1998, a seguito di alcuni accertamenti medici, Gigi viene sottoposto ad un intervento chirurgico al cuore. Era il 10 settembre 1998 quando l’avvocato si spense, offrendo il suo dolore per la Chiesa e l’umanità. «Ho imparato la nobiltà di questa professione – ha commentato chi lo ha conosciuto –, la sua reale funzione sociale e il coraggio che, vissuto accanto a chi lo pratica ogni giorno, diviene contagioso».

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