Luigi Comencini regista dalla sensibilità civile

Luigi Comencini, scomparso il 6 aprile scorso, può essere ritenuto, insieme a Risi, Monicelli e Scola, uno dei padri della commedia all’italiana, cioè di quel genere cinematografico che agli spunti divertenti unì riferimenti sociali e politici, capaci di graffiare. Ma, detto questo, non è facile classificare più precisamente il suo cinema, che si è espresso, dal dopoguerra fino agli inizi degli anni Novanta, in oltre quaranta film. Schivo, un po’ burbero, eppure amato dalle persone che lavoravano con lui, questo intellettuale lombardo, prima di dedicarsi alla regia è stato giornalista e ha promosso, alla fine degli anni Trenta, insieme ad Alberto Lattuada ed a Mario Ferrari, la Cineteca Italiana. Come regista ha trattato molti generi e, anche se non tutti i suoi film sono pienamente riusciti, ha dato, in genere, un tocco personale, sommesso e profondo, frutto di riflessione e di studio. Non ha disdegnato, talvolta, il cinema più accattivante, in una sorta di neorealismo addolcito, come nei famosi L’imperatore di Capri e Pane amore e fantasia. Ha affrontato, soprattutto, argomenti sostanziosi, a volte scabrosi, e dato il meglio di sé in Tutti a casa del 1960, con il quale ha dipinto un affresco drammatico, mitigato da uno stile abbastanza leggero, dell’Italia dopo l’armistizio, osservandola in una varietà di situazioni e ambientazioni regionali. È stato pure il regista dei bambini, anche se affermava di non amarli in modo speciale. È che li vedeva una specie a parte, generalmente indifesa e oppressa dagli adulti e, perciò, oggetto del suo interesse. Così li ha raccontati, con attenzione alla loro fragilità e con grande commozione. Ha diretto varie pellicole su di loro, anche per la televisione, fra le quali le più famose sono Incompreso, Voltati Eugenio, Cuore, Marcellino e, soprattutto, nel ’72 Le avventure di Pinocchio, nel quale il celebre burattino ha toccato i telespettatori con la sua semplicità genuina. Un autore con la predilezione per i non eroi, sempre desideroso di farsi capire dal vasto pubblico, attento alla divulgazione educativa ed alla sensibilità civile.

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