Luci e speranze sulle strade dei migranti
«Come la storia umana, la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere – migrazioni, esili, fughe, esodi -, tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altrove. E anche quando l’itineranza è stata indotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di liberazione e di riscatto». Così papa Francesco scrive nella prefazione al volume intitolato «Luci sulle strade della speranza», curato dalla sezione migranti e rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale. Si tratta di una raccolta di tutti gli insegnamenti del papa sul tema dei migranti, di cui è stata realizzata anche una versione elettronica, aggiornata a cadenza semestrale, disponibile sul sito della Sezione migranti e rifugiati.
«Spostarsi e stabilirsi altrove con la speranza di trovare una vita migliore per sé stessi e le loro famiglie: è questo il desiderio profondo che ha mosso milioni di migranti nel corso dei secoli», spiega il papa nella prefazione. «Gli esodi drammatici dei rifugiati» sono «un’esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme a i suoi genitori, all’inizio della propria vita terrena, quando dovettero fuggire in Egitto per salvarsi dalla furia omicida di Erode».
Il volume – si legge nell’introduzione a cura dei due sottosegretari del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, il gesuita Miachael Czerny e lo scalabriniano Fabio Baggio – «vuole offrirsi come uno strumento per il discernimento morale e pastorale dei complessi eventi che [nel caso della mobilità umana] caratterizzano i nostri tempi; come una guida per ispirare, a livello individuale e collettivo, comportamenti e scelte tali da permettere di guardare al futuro con fiducia e speranza». Un vademecum che può ispirare i singoli e i governi delle nazioni: «L’affannosa ricerca di un luogo dove posare il capo è un’impresa di speranza. E la speranza suggerisce la via da seguire. La speranza porta all’attesa e segna ogni passo successivo. Speranza è il nome di una nuova casa. Migranti, rifugiati, richiedenti asilo, sfollati e vittime della tratta costituiscono segmenti sovrapposti di minoranze in pericolo.», scrivono i due sottosegretari, «il Santo Padre ha poi spronato le comunità cristiane, le parrocchie e i conventi a offrire ospitalità ai rifugiati e ha accolto lui stesso alcune famiglie in Vaticano. Egli ha anche istituito e guida personalmente la Sezione Migranti e Rifugiati, la quale si prodiga a sostenere l’impegno della Chiesa in ogni parte del mondo a favore dei migranti più vulnerabili».
Si legge sul sito della
Sezione: «68,5 milioni di persone hanno lasciato il proprio a causa di persecuzioni, conflitti, violenza o violazione dei diritti umani. Di queste, circa 25,4 milioni sono rifugiati. Ogni giorno 44.400 persone devono abbandonare la propria casa. 30 nuovi spostamenti al minuto. Il numero dei nuovi spostamenti forzati per il 2017 equivale a 30 persone costrette a lasciare la propria casa ogni minuto. Durante l’anno, 16,2 milioni di persone sono state sfollate a causa di conflitti o persecuzioni. IL 52% dei rifugiati sono bambini. I bambini e i ragazzi sotto i 18 anni costituiscono circa metà della popolazione di rifugiati. 173.800 minori non accompagnati, di cui 45.500 hanno presentato domanda d’asilo da soli».
Il tema delle migrazioni è stato molto presente anche nelle relazioni dei 14 Circoli minori del Sinodo sui giovani. La richiesta unanime è stata quella di una maggiore attenzione ai giovani migranti, con un’attenzione speciale a coloro che vivono nei campi di rifugiati, impegnandosi ad evitare ogni forma di discriminazione.
Esistono già esempi virtuosi di accoglienza che dimostrano che una nuova umanità è possibile perché, scrive papa Francesco nell’introduzione al volume, «i movimenti umani, pur generando sfide e sofferenze, stanno arricchendo le nostre comunità, le Chiese locali e le società di ogni continente». Tra le tante esperienze positive c’è anche quella di Casa Scalabrini, situata in una delle periferie di Roma, a Tor Pignattara-Centocelle. Lì i Missionari Scalabriniani, in rete con il centro Astalli, hanno aperto una struttura di seconda accoglienza che dal 2015 ospita 30 persone di diversi paesi e propone corsi di italiano, sartoria, web radio, scuola guida, progetti di agricoltura sociale, accompagnamento lavorativo. Un progetto che, grazie ai volontari e a un clima di autentica fraternità, è un esempio di integrazione e condivisione, segno che ciascuno può fare concretamente qualcosa.
Sul sito della sezione migranti, si da’ voce alla domanda: «E tu, cosa puoi fare?». Seguono alcune indicazioni: «Informati sulla situazione dei rifugiati nel mondo. Mettiti in contatto con chi assiste i Rifugiati nel tuo Paese (per fare una donazione, volontariato…). Aiutaci a diffondere i 20 Punti di Azione: nella tua comunità: 20 Punti di Azione Pastorale; con il tuo governo: 20 Punti di Azione per i Patti Globali. Condividi storie positive di accoglienza e integrazione, cambia insieme a noi la narrativa su Migranti e Rifugiati».