Luci di speranza a Livorno

La vicenda familiare dolorosa del capitano del Livorno, il cui figlio è affetto da una malattia genetica rara. L'impegno della squadra e dei suoi tifosi
Luci

«C'è qualcuno che preferisce tenersi i problemi per sé e poi c'è qualcuno che va al di là e pensa anche ad altri, questa è stata l'idea di Luci e di sua moglie». Le parole sono dell’allenatore del Livorno, Davide Nicola, la storia è quella della famiglia di Andrea Luci, calciatore, capitano del Livorno, ma soprattutto padre di Marco, un bimbo di 6 anni affetto da Fop, fibrodisplasia ossificante progressiva, malattia geneticamente rara che colpisce circa un bambino su due milioni. Al di là della particolarità del caso, impressiona la scelta del padre giocatore, espostosi mediaticamente per cercare di aiutare la ricerca su un campo, quello della Fop, ben più ostico di un manto erboso di serie A: lo scorso 23 Novembre, in occasione di Livorno-Juventus, è stata indetta allo stadio “Armando Picchi”, una raccolta di fondi, una scelta che ha commosso anche i tifosi, subito mobilitatisi in massa. «Andrea non l’ha fatto per avere attenzione su di sé – ha affermato l’allenatore – quanto perché la sua posizione di calciatore gli permette di avere una cassa di risonanza e aiutare non solo la ricerca, ma altre persone che hanno questo problema, perché, per chi soffre di questa patologia, sicuramente la visibilità è un aiuto non indifferente».

La maggior parte dei giocatori era a conoscenza del problema di Luci e lo spogliatoio si è stretto ancora di più attorno al suo capitano. «Lo sapevamo già da un pò, ma è una questione personale e doveva sentire lui i tempi e i modi per fare le sue valutazioni insieme alla moglie – ha concluso Nicola -. Per noi il problema di Andrea è un problema di tutti: non vi siete accorti prima di questo fatto e ora che lo sapete valuterete ancora meglio le sue qualità di uomo». Una notizia dal doppio risvolto, certo doloroso ma al contempo foriero di speranza: un gesto di coraggio, simbolico al di là del ricavo recapitato all'associazione Fop Italia Onlus. «Insieme a te… capitano per la più grande delle battaglie. Sosteniamo la ricerca per la Fop», avevano scritto i tifosi amaranto all’interno dello stadio, su uno striscione di 60 metri. «Andrea, questa è la partita più importante che devi giocare»- il messaggio diffuso sulle pagine de "Il Tirreno" dal difensore argentino in forza alla Roma, Nicolas Burdisso, che nel 2004 si vide diagnosticare la leucemia della figlia: «Da papà ti consiglio solo di andare avanti, sempre, con fede in Dio e facendo tutto quello che hai a disposizione, col tempo questo sarà solo un ricordo. Forza!». «Un calciatore non deve pensare ai problemi extracampo che ha, prova a isolarli, gioca e cerca sempre di dare il massimo», ha affermato Luci. «Mio figlio Marco sta bene, continua la sua vita normale come tutti gli altri bimbi, anche se ha capito che qualcosa non va. E’ stata mia moglie, da internet, a scoprire la malattia, non i dottori. All’ospedale Gaslini di Genova,ci hanno confermato la diagnosi: almeno ora sappiamo contro chi dobbiamo combattere». « Ora mi spaventa non sapere cosa succederà domani – ha affermato ai microfoni della Gazzetta dello Sport la moglie Lisa -, la cura è il cortisone che protegge ma non fa miracoli: dobbiamo trovare un farmaco che blocchi l’avanzare della malattia. Un figlio non dovrebbe chiedere perché non può più saltare sul divano».

Ringraziando per l’affetto espressogli dalla città di Livorno, il capitano ha dichiarato: «Nelle prime ore il pensiero di smettere con il calcio c’è stato, poi ho capito che il calcio è una fortuna: posso garantire a Marco cure costose, anzi devo dare ancora di più per provare a raccogliere il massimo possibile e poi posso offrire la mia visibilità, far sapere a tutti di una Onlus che in dieci anni di vita ha avuto poca risonanza».

Per chi volesse contribuire, l’IBAN è IT21O0324020879651100214974, mentre sul sito dell’associazione, www.fopitalia.it, sono disponibili altri riferimenti. Intanto, se non altro, la certezza è che il volto migliore dello sport abbia anche i lineamenti del capitano Luci, capace di chiedere aiuto, e di farlo andando oltre il dolore personale, regalando una speranza in più alla collettività oltre la ragione personale.

 

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