Luana, Giuliano e Zorro

Tra Firenze e Scandicci. I legami profondi che si creano attorno alla scuola nazionale cani guida per ciechi. La pratica dell’affidamento, il difficile distacco a favore del nuovo rapporto che si crea con chi ne ha bisogno. “Non siamo amici, siamo fratelli”
cani guida

Questa storia comincia sulla tramvia che porta da Firenze a Scandicci. Seduta accanto al finestrino, c’è Luana, una farmacista, che sta andando ad un appuntamento dal suo commercialista. Viene da Firenze sud, dove vive in una casa su due piani con giardino con i suoi due figli, un maschio e una femmina, la mamma ottantenne, e il grande vuoto lasciato dal marito, morto da poco.

E’ il 2010. Il tram si ferma, apre le portiere, salgono una giovane donna con al guinzaglio un bel labrador dorato, vestito con una pettorina per cani guida. Luana osserva la coppia, incuriosita. La donna deve essere un’istruttrice, pensa. Via dei Ciliegi, dove c’è Villa Martini, la sede della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi, non è troppo lontana.

 

 

A Luana non sembra vero, e decide di cogliere al volo l’occasione per soddisfare una sua curiosità. Poco tempo prima, aveva saputo da alcuni conoscenti che era possibile prendere in affido i cuccioli di cani guida cresciuti dalla Scuola. È un’esperienza che vorrebbe provare a fare con la sua famiglia, ma non sa come partire. L’istruttrice entusiasta le risponde: «Capirai! A noi non ci par vero! Può scaricare un modulo dal sito on line, oppure ci viene a trovare alla Scuola!»

 

È così che è cominciata l’avventura di Luana e della sua famiglia, novelli affidatari di cuccioli che diventeranno un giorno cani guida per ciechi.

 

 

Oggi, Luana è alla sua quinta esperienza di affido. Ogni anno cresce e educa, affiancata dalla Scuola, un cucciolo di razza Labrador o Golden Retriever. Lo porta fuori, lo fa familiarizzare con i centri commerciali, le scale mobili, gli ascensori, gli autobus, le grate, lo educa con il rinforzo positivo, senza sgridarlo se qualche volta gli scappa una marachella. Una settimana al mese poi, il cane ritorna alla scuola per essere addestrato. Ogni cucciolo impara e cresce giorno per giorno, avvolto dall’affetto della sua famiglia. Allo scadere dell’anno o poco più, il cane torna alla scuola, dove verrà addestrato per diventare cane guida.

 

 

Malgrado il dolore del distacco che si ripete ogni anno, Luana è felice della sua esperienza:«Accogliendo i cuccioli, io stessa ho acquistato una famiglia più grande: quella della Scuola. È più quello che ci danno questi cani che quello che diamo noi! E poi, quando hai modo di conoscere la persona che lo riceverà, è molto gratificante. Sai che hai dato amore e educazione ad un cane che renderà la vita più semplice ad una persona, che gli darà aiuto materiale ma anche tanto tanto affetto».   

 

Uno dei cani cresciuti da Luana è Zorro. È un Labrador nero alto, che quando lo porta fuori a passeggio tende a trascinarla. È vivace, un po’ monello, gran mangione, molto intelligente, con degli occhi che parlano. Ogni mattina, al suo risveglio, se lo ritrova accoccolato fuori dalla porta di camera, ad un piano di distanza dalla sua cuccia.

 

 

Quando ha circa sei mesi, alla fine di settembre del 2013, Zorro parte per la sua settimana di formazione alla Scuola Nazionale. È quel giorno che Zorro incontra per la prima volta Giuliano.

 

 

Giuliano Giustini ha sessantacinque anni, vive a Foiano della Chiana, ed è cieco totale da quattro, a causa di una retinite pigmentosa. È autonomo, ha frequentato un corso di orientamento e mobilità, dove ha imparato ad orientarsi con il bastone per strada, ad individuare il traffico, il tipo di incrocio, la direzione delle macchine ma non è facile. Così, ha fatto domanda per l’assegnazione di un cane guida…

Quel giorno, in mezzo a tanti cuccioli, l’addestratrice mette in braccio a Giuliano proprio Zorro: «Zorro mi si abbandonò completamente!» racconta «Da allora ho sperato che se mi avessero affidato un cane, quello fosse proprio Zorro!»

 

 

Passano due anni. Finalmente, Giuliano viene chiamato al corso residenziale di 15 giorni che precede l’assegnazione del cane: «All’inizio hanno valutato la nostra autonomia, poi la corporatura, io sono alto un metro e novanta e peso circa cento chili, hanno capito che a me serviva un cane di taglia robusta. Cammino velocemente e così, hanno cercato un cane che non fosse proprio un pelandrone.»

 

Giuliano prova il primo cane: «Non ci potevo credere: era il mio Zorro! Era il sogno a cui volevo arrivare. Lo avevo sperato da quel giorno, quando aveva solo sei mesi».

 

L’affiatamento è perfetto e così, Zorro arriva a casa di Giuliano, è il 5 dicembre del 2014 e da allora sono inseparabili:

 

 

«Io e Zorro non siamo amici, siamo fratelli, lui mi completa. Prima di rimanere cieco, lavoravo come geometra per un’impresa di prefabbricati in cemento armato, mi occupavo della produzione. Avevo anche tanti hobby: il coro polifonico, la banda del paese, la chitarra basso, l’aeromodellismo, la pesca, la pallavolo… Questo per dirti quanto mi abbia colpito la mia disabilità e quanto oggi mi sia d’aiuto Zorro! Zorro è un cane splendido e io gli affido la mia vita!».

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