L’ottavo re di Roma e il suo laboratorio teatrale integrato

Piero Gabrielli, campione di rugby, nato il 14 giugno di 100 anni fa, e la fondazione del laboratorio teatrale integrato. Al Teatro Argentina di Roma l’evento in suo ricordo.
(Foto pexels-cottonbro)

Il Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli” nasce per “Far vivere, divertire, lavorare insieme ragazzi con e senza disabilità”. Con sede a Roma, ogni anno organizza decine di laboratori nelle scuole, corsi formativi per insegnanti, corsi propedeutici per attori, registi, musicisti, scenotecnici, insegnanti e operatori della riabilitazione. Inoltre, è centro di documentazione e videoteca delle sue attività dal 1994. Ma la sua storia inizia ancora prima, quando nel 1981 Piero Gabrielli, soprannominato l’ottavo Re di Roma, ideò il Laboratorio teatrale integrato per giovani con e senza problemi di comunicazione, per provare a dissolvere quello spesso muro che portava i ragazzi con delle disabilità a solitudine e isolamento sociale non indifferente. Fu tra i primi al mondo a portare avanti questo progetto.

Locandina dell’evento

Piero Gabrielli era un ristoratore e uno sportivo, uno dei più importanti e noti giocatori di rugby in Italia, nel ruolo di terza linea della Rugby Roma e della Nazionale degli anni Cinquanta. Ma la vita, in maniera paradossale – ma quanto mai fortunata e prolifica per la costruzione di un futuro migliore per molti -, lo rese papà di Paolo, un ragazzo disabile. L’incontro con il figlio fu decisivo per la scelta che fece Piero di concentrarsi, da lì in avanti, sul mondo del Terzo settore. Fece valere numerose battaglie con la moglie Mariù, non solo per Paolo, ma per i diritti di tutti i ragazzi e le ragazze più fragili.

E dopo l’iniziativa Mille bambini a via Margutta, ecco che, con l’aiuto di Luigi Squarzina, direttore artistico all’epoca del Teatro di Roma – con cui il laboratorio ancora collabora – si mise in piedi il primo spettacolo teatrale. Per alcuni mesi, una ventina di ragazzi tra gli 8 e i 16 anni lavorò alla commedia di Aristofane Gli uccelli, con il regista Adriano Dallea e un team di esperti, logopedisti e insegnanti. Ci si rese presto conto che quello per cui si stava lavorando sarebbe diventato uno spettacolo teatrale adatto ad essere presentato al pubblico.

Il 28 maggio 1982 al Teatro Argentina, sotto l’egida del presidente della Repubblica Sandro Pertini che ricevette anche i giovani attori al Quirinale, ci fu il primo debutto della compagnia. Da lì l’iniziativa prese il via, con delle interruzioni periodiche fino a quando nel 1995 le tre istituzioni promotrici – Comune, Provveditorato e Teatro di Roma – firmarono un protocollo d’intesa che trasformò il Laboratorio in una realtà permanente. Fu deciso, inoltre, di intitolarlo al suo ispiratore, Piero Gabrielli, venuto a mancare nel 1994, appena un anno prima della concretizzazione del documento.

A 100 anni dalla nascita di questo storico personaggio romano, ristoratore indelebile nel tessuto della città eterna nel cui locale “Grotte del piccione” debuttò la famosa cantante Mina, un evento lì dove tutto ebbe inizio lo ha commemorato. Martedì 11 giugno presso il Teatro Argentina di Roma ha avuto luogo una serata-evento a lui dedicata, con la collaborazione della Fondazione Teatro di Roma, il Laboratorio teatrale integrato Piero Gabrielli, la trasmissione televisiva “O anche no” di Rai sociale, “Mille bambini a via Margutta” e l’associazione Capitolina. A condurre la serata Roberto Gandini, direttore artistico e coordinatore del Laboratorio “Piero Gabrielli” e Paola Severini Melograni, autrice e conduttrice della trasmissione O Anche No, di Rai 3. Sono andate in onda le riprese dell’evento domenica 23 giugno.

Tra i tanti ospiti presenti a Teatro Argentina Francesca Gabrielli, nipote di Piero, che salita sul palco ha commosso con il suo racconto: “È stato un contadino di bellezza, e i suoi semi hanno germogliato”. Ad oggi i numeri del laboratorio sono impressionanti: oltre 260 mila ragazzi coinvolti dagli albori, di cui 91 mila con disabilità, 5100 docenti, 1300 scuole coinvolte, 1600 professionisti che hanno collaborato con il laboratorio e, per concludere con un dato che riempie il cuore, 800 mila spettatori.

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