L’Ottava di Bruckner
Ascoltarla in cd diretta da Giulini è un’estasi. Ascoltarla dal vivo diretta, all’Accademia di Santa Cecilia in Roma da un grande Antonio Pappano, è una esperienza di cosa sia l’anelito all’infinito, anche per lo stesso direttore. Diversamente, non si capirebbe lo straordinario suono orchestrale, compatto, capace negli archi di incantamenti luminosi, negli ottoni di solennità ultraterrene, lungo i quattro movimenti: specie nell’interminabile Adagio, di una lentezza solenne ed estatica, il Finale stentoreo e wagneriano e il primo tempo, allusivo e grandioso insieme, oltre a quello Scherzo che si placa al suo interno in una visione “pastorale” lietissima.
Bruckner in questa Ottava Sinfonia che è il suo capolavoro riassume secoli di contemplazione ed apre con sonorità dirompenti e sgranate al nuovo. Pappano lo ha capito. Perciò la sua gestualità sempre in moto, sempre espressiva, trascina l’orchestra – e il folto pubblico – in un concerto che è a dire il vero una estesa preghiera dell’universo al Cielo, senza dimenticare i tormenti e gli affanni verso il futuro. Altro che un conservatore, questo Bruckner.