L’oro delle nostre città
Chi non vorrebbe vedere la propria città, invece che grigia per la solitudine e l’indifferenza, colorata dall’amore che avvicina le persone e costruisce la fraternità? Un programma che si può iniziare a concretizzare nei luoghi nei quali viviamo mettendo in pratica un semplice motto, una frase del Vangelo che dice Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te (Mt 7,12), regola d’oro presente nei libri sacri di molte religioni. Questa la proposta lanciata dai ragazzi per l’unità nel corso di Run4unity 2008, la staffetta mondiale che sabato 10 maggio ha coinvolto più di 100 mila di loro. A piedi o sui roller, in bicicletta o in canoa, correndo su skate o salendo sulla funivia hanno promosso iniziative sportive e di solidarietà in oltre 300 città di 87 Paesi per vivere lo sport all’insegna della fraternità ed esprimere il loro quotidiano impegno per un mondo unito. Un obiettivo verso la realizzazione del quale hanno raccolto il testimone da Chiara Lubich, recentemente scomparsa, alla quale hanno dedicato con gratitudine questa giornata. I primi a partire sono stati i ragazzi della Nuova Zelanda, puntuali alle 16,00 ora locale, quando in Italia erano le 6 del mattino. L’ultimo traguardo a Vancouver in Canada. La gara più a nord è stata Reykjavik in Islanda dove si è passati dal Palazzo Hofoi, sede dello storico summit tra Reagan e Gorbachev, mentre l’adesione più a sud è quella arrivata da una base in Antartide. Immersa nel cuore della foresta amazzonica, dove vivono popolazioni indigene, la gara di canoa di Mosqueiro, in Brasile, occasione – scrivono i ragazzi – per valorizzare la cultura locale, perché ognuno si senta parte di una famiglia mondiale che abbraccia tutte le culture. Ai ragazzi di tutto il mondo che hanno partecipato a Run4unity il saluto del Santo Padre Benedetto XVI. Cari ragazzi, voi siete un bel segno del fatto che la Chiesa parla tutte le lingue! Seguendo il carisma di Chiara Lubich – ha aggiunto – continuate con entusiasmo la vostra corsa per l’unità. Varie sono state le staffette in luoghi nei quali la realtà sociale e politica è più difficile. In Burundi, nonostante i recenti scontri, i ragazzi hanno corso a Bujumbura, dandosi appuntamento in un parco cittadino per testimoniare come vivono per la fraternità. Presente il ministro per la Gioventù e lo sport. Ad Haifa la staffetta è stata posticipata a domenica 11 maggio per permettere a tutti di partecipare. Per i giochi sulla spiaggia erano oltre 300: ebrei, musulmani e cristiani. Poi, insieme sul palco, ragazzi palestinesi ed israeliani hanno testimoniato come ogni giorno costruiscono la pace vivendo la regola d’oro. Presenti autorità civili e rappresentati delle diverse religioni. Si è invece dovuta rimandare la staffetta del Libano per il riaccendersi delle ostilità. I Ragazzi per l’unità di quel Paese, attraverso Internet, hanno fatto sapere che il loro impegno per la pace continua più che mai. Proprio attraverso la rete, grazie al sito www.run4unity.net, è arrivata loro immediata la risposta: un abbraccio planetario di vicinanza ed incoraggiamento. In altri Paesi le staffette hanno toccato luoghi dove in passato si sono registrati episodi di violenza: a Sarcelles, periferia nord di Parigi, minifestival della fratellanza in un liceo che è stato teatro di scontri, a Catania appuntamento allo stadio Cibali, che ha conosciuto tensioni tra tifosi. Qui ha aderito alla staffetta la campionessa olimpica di pallanuoto Maddalena Musumeci che ha spiegato: aderisco perché voglio credere nella possibilità di un mondo di pace!. In altre staffette numerosi gli atleti che hanno partecipato: il discesista austriaco Michael Walchhofer, l’olimpionico croato del mezzofondo, Branko Zorko, la svizzera campionessa olimpica di triathlon, Brigitte Mc- Mahon. A Boves (Cuneo) era presente la campionessa mondiale ed olimpionica di sci di fondo, Stefania Belmondo: Aderisco a Run4unity – ha spiegato – perché è segno di grande disponibilità verso tutti e motivo di unità tra le persone. Penso che oggi l’umanità abbia bisogno di questo. A Bangkok la corsa si è svolta in uno dei parchi della città con ragazzi cristiani di varie chiese insieme a buddhisti e musulmani. A Coimbatore, in India, la marcia, preparata da cristiani, musulmani e indù, ha coinvolto oltre 300 ragazzi di 20 villaggi. A Dublino, in Irlanda, hanno partecipato componenti della comunità sikh e rappresentanti di un’associazione che raccoglie comunità di 24 Paesi africani. Ad Iringa, in Tanzania, i ragazzi marciando hanno visitato luoghi significativi della città incontrando varie personalità. Voi ragazzi – ha detto il rettore dell’Università – avete dato un insegnamento a noi adulti: quello di tornare alla vita vera, alla fraternità universale. In molte località l’iscrizione era un contributo in generi alimentari e di prima necessità da distribuire nei quartieri poveri. In Croazia con un percorso di orienteering hanno visitato una casa di riposo, un orfanotrofio ed un centro per portatori di handicap, mentre a Caruaru, in Brasile, i giochi hanno coinvolto novanta bambini di una favela. Solo alcuni esempi delle molte attività legate al progetto ColoriAMO la città che da tempo i Ragazzi per l’unità portano avanti. In occasione della staffetta, prendendo in prestito i segni matematici, ne hanno sinteticamente descritto le caratteristiche: unire le forze (+), sollevare il dolore affinché vi sia meno (-) sofferenza, moltiplicare l’amore (x) ed imparare a condividere (:) fidandosi di Dio che, al dare degli uomini, non fa mancare di far tornare cento volte tanto (%). Operazioni matematiche il cui totale non potrà che essere uguale (=) a uno: il mondo unito. Un percorso, attuando le diverse tappe indicate dai segni matematici, divenuto adesso la sintesi del loro programma per continuare a colorare le città. Sperimenteremo così la vera gioia hanno spiegato alcuni di loro chiudendo la diretta da Piazza Navona a Roma che ha unito, via Internet e via satellite, le città della staffetta. E non solo nelle città torneranno i colori, ma quell’amore vissuto tra tanti sarà l’elemento più prezioso: Vivere il Vangelo – hanno concluso – sarà il tesoro della nostra vita, l’oro che vogliamo portare nelle nostre città.