Loris Capovilla: una stella in cielo

È morto il segretario di papa Giovanni, con cui ha condiviso l’episcopato a Venezia e il suo ministero di vescovo di Roma. Era stato nominato da papa Francesco cardinale di santa Romana chiesa. Non una scelta di potere, ma un rendimento di grazie per una vita spesa nel servizio del Vangelo e della chiesa.
Loris Capovilla

È morto, ormai sazio di giorni, mons .Loris Capovilla. Tutti lo ricordano come il segretario di papa Giovanni, con cui ha condiviso l’episcopato a Venezia e il suo ministero di vescovo di Roma. Era stato nominato da papa Francesco cardinale di santa Romana chiesa. Non una scelta di potere, ma un rendimento di grazie per una vita spesa nel servizio del Vangelo e della chiesa.

 

Don Loris è stato per tutti non solo un riferimento a papa Giovanni, ma anche al Concilio come bussola di un grande passaggio storico, di una grande transizione cristiana. Ieri sera rileggevo un biglietto, che mons. Capovilla mi ha inviato nel 2012, a dieci anni dalla morte di mia moglie Piera a quaranta anni dalla inaugurazione del Concilio.

 

Scrive don Loris: «papa Giovanni e Piera: due stelle». Ecco ora un’altra stella in cielo, che ci aiuta a non dimenticare la memoria di papa Giovanni, la sua santità, il suo appello al rinnovamento del Concilio.

 

Se mons. Capovilla, con la sua vita, ci ha aiutato a non perdere la memoria di papa Giovanni e del Concilio, anche in tempi, in cui si cercava di cancellare la storia cristiana di papa Roncalli, noi gli siamo tutti debitori perché ha permesso di far arrivare fino ad oggi, le carte Roncalli, in modo che non si sia perduta la spiritualità, la visione, la profezia di Roncalli.

 

Senza di lui, non avremmo letto “il giornale dell’anima”, uno dei testi più belli della tradizione cristiana dell’occidente.

 

Senza di lui non avremmo potuto studiare le carte Roncalli che ci hanno aiutato a comprendere la profondità e la storia di questo papa che “con umile risolutezza” ha aperto la strada del Concilio della pace e della chiesa dei poveri.

 

Lo stesso papa Francesco, donandogli la porpora, ha voluto rendere visibile il suo debito verso questo vescovo, che gli ha consegnato e narrato la grazia di papa Giovanni.

 

Tutto è iniziato dalla proposta di proclamare santo Roncalli per acclamazione. Una richiesta, apparentemente singolare, in realtà si voleva correre sulle strade del Concilio, senza rimanere prigionieri di discussioni storiografiche e dottrinali, senza temere nulla, ma ponendo tutto sotto la grazia del Concilio.

 

Oggi noi preghiamo san Giovanni del Concilio, che dal cielo ha interceduto per questo suo figlio spirituale e segretario. Quello che quaranta anni fa abbiamo desiderato e invocato nella nostra povera preghiera, per grazia è arrivato a compimento, secondo un disegno che ha la misura, unica e sola, della grazia di Dio.

 

È difficile poter dire fino in fondo quanto siamo debitori di papa Giovanni, di mons. Capovilla, di coloro, come il prof. Alberigo, che con i loro studi hanno  permesso di comprendere la forza e la mitezza spirituale di papa Giovanni  e del Concilio.

 

Ma possiamo dire che il seme gettato nella terra ha prodotto molto frutto, secondo uno stile di pace e di comunione. Il Vangelo è tornato al centro della chiesa e della storia. Ha vissuto l’ultimo tempo della vita a Sotto Il monte (Bergamo) quasi ad attingere ancora alla terra, che aveva visto la nascita e la crescita di papa Giovanni, a chiedere l’intercessione di papa Giovanni per compiere finalmente il sogno di una chiesa povera e dei poveri.

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