L’Oriente che non ti aspetti
Un po’ viandante e un po’ forestiero. Nei romanzi di Tolstoj e Dostojeswky lo strannik, un pellegrino diremmo noi, è una figura familiare. È uno straniero mosso dalla ricerca. Non ha un linguaggio dotto, a lui interessa solo la preghiera; la sua vita è ascetismo e tutto ciò che di malevolo gli accade è una lode a Dio.
La più grande testimonianza a noi giunta di questa particolare figura, conosciuta alla Russia delle steppe di metà Ottocento, sono i Racconti di un pellegrino russo. Ritenuto un classico della letteratura del XX secolo, i Racconti rappresentano il testo più famoso della spiritualità orientale. Strano per un racconto che si sfibra in rivoli di riflessioni con il linguaggio semplice dei mugik.
Non c'è una trama che regge la narrazione, ma solo le soste affrontate dall'anonimo pellegrino russo: una volta presso i soldati,altre presso sacerdoti o guardaboschi. E' una Russia lontana quella che si racconta, così come la vita spirituale che rappresenta, ma anche se è trascorso solo un secolo, il fascino di questi incontri resta intatto.
Ma i Racconti sono un libro da vero e proprio primato. Undici le edizioni per l’editrice Città Nuova che al momento ne possiede l'edizione critica più aggiornata. Il volume è disponibile, insieme agli altri titoli della collana Minima al 25 per cento di sconto per tutto il mese di aprile.