L’orientamento scolastico
Nostro figlio Massimo frequenta la terza media ed è alle prese con la scelta della scuola futura. È molto indeciso e confuso. Un giorno vuole fare il liceo, dopo un po’ ci dice che vuole frequentare l’istituto tecnico, poi altre scuole… insomma come possiamo aiutarlo? E, pensando a quant’è difficile trovare lavoro, fino a che punto è giusto rispettare le sue decisioni?. A. V. – Foggia La scelta scolastica dopo la terza media rappresenta sicuramente uno dei momenti più importanti nella vita dei nostri ragazzi. Infatti, fino a questo momento, i genitori avevano scelto per lui la scuola dell’obbligo, senza praticamente chiedere il suo parere. Ora, per la prima volta nella vita, migliaia di preadolescenti si trovano a dovere fare una scelta che sarà molto importante per il loro futuro di studenti e di futuri uomini professionisti. Per la maggior parte di loro, questa scelta è troppo precoce, in quanto si sentono spesso impreparati e non hanno gli strumenti sufficienti per poter operare. La scuola media ha strutturato una serie di interventi volti ad aiutare gli alunni per la scelta futura. Orientare infatti non vuol solo dire indicare un cammino per una meta, ma anche aiutare a scegliere. Occorre dare all’alunno i mezzi per decidere e per percorrere il cammino indicato, in modo che sia lui a scegliere responsabilmente di avviarsi o no verso una meta o l’altra. È per questo motivo che l’orientamento deve collocarsi all’interno non solo del percorso formativo scolastico, ma anche dell’educazione famigliare: si tratta di mettere il figlio in grado di fare scelte responsabili e di vivere coerentemente ad esse. Gli insegnanti e gli educatori dovranno favorire soprattutto le potenzialità dell’alunno facendo sì che egli esprima i propri interessi e manifesti le proprie attitudini rispetto alle molteplici attività. Comunque potrebbero essere utili le seguenti indicazioni: è importante che la scelta tenga conto soprattutto delle capacità dell’allievo: a questo proposito è importantissimo il giudizio degli insegnanti, in quanto sono i più idonei nell’indicare le reali capacità perché non sono implicati affettivamente e quindi il loro giudizio sarà più oggettivo. Occorre inoltre tener conto degli interessi del ragazzo, in quanto questi saranno determinanti nell’orientamento della scelta lavorativa; ogni professione infatti soddisfa sia alcuni interessi generali, come il piacere dei stare assieme agli altri, di creare qualcosa di nuovo, ecc, ma anche interessi particolari (per la meccanica, per la pittura, per le persone, per l’ambiente). Un altro fattore importante è quello dei desideri e delle aspirazioni del figlio, perché rappresentano delle mete che ognuno vuol raggiungere e vuol realizzare e spesso sono cariche di motivazioni. Le aspirazioni dipendono anche dal carattere di ciascuno e sono quindi molto impor tanti… Comunque, tutti i desideri, devono fare i conti con le reali capacità della persona. In definitiva è bene tener conto dell’orientamento espresso dagli insegnanti, cercando col figlio un momento di dialogo e di scambio. Se, dopo aver tenuto conto di tutto, si hanno ancora alcuni dubbi, può essere utile effettuare alcuni test di orientamento scolastico che ci possono fornire ulteriori informazioni per aiutare il figlio in questo momento così delicato. E, se si sbaglia? Direi di non preoccuparsi eccessivamente, ma aiutare il figlio a cambiare eventualmente scuola, evitando di rimproverarlo per la scelta sbagliata. I nostri figli hanno bisogno di genitori che sanno sostenere sempre, soprattutto quando sbagliano