L’opinione. Parole per il conclave

Il ministero petrino si pone al servizio del Vangelo e dei poveri: le due lampade della Chiesa dentro la storia. Koinonia, diakonia  e martyria (comunione,servizio e testimonianza ) sono le tre parole del Concilio che potranno accompagnare questo tempo di rinnovamento. Senza dimenticare il perdono
La cappella sistina

La rinuncia di papa Benedetto chiama il Conclave a guardare in modo nuovo al Vangelo e ai poveri: non è il Vangelo che cambia, ma siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio. Il salmo proclama: «Lampada ai miei passi è la parola di Dio». La parola della grazia dovrà illuminare i passi del nuovo vescovo di Roma. Senza questa lampada non si entra nella storia. Altra lampada sono i poveri e le vittime di ingiustizia, il cui sangue è sempre ascoltato da Dio.

I padri del Conclave sono chiamati a scegliere il Papa secondo questa misura, come libero prigioniero di Cristo, non catturato dalle logiche del potere della Curia e delle forze che, nella Chiesa, vogliono impadronirsi del soffio libero dello Spirito.È inaccettabile che queste forze abbiano premuto,ancora negli ultimi mesi su Benedetto XVI per avere nomine episcopali e costruire futuri ecclesiastici. Non è questa la via del Vangelo. Non si sceglie il potere, ma il servizio, fino a dare la vita.

La vera sfida della Chiesa per i prossimi vent'anni è la sua povertà. Solo una Chiesa povera sarà protetta da Dio, custodita nella sua mano, credibile davanti agli occhi dei più piccoli dei fratelli, capace di ascoltare e di essere ascoltata, non per la persuasione umana, ma per il mistero di Cristo crocifisso.

Una Chiesa senza banca e senza Ior, perché i poveri non hanno banche, perché Dio non ha banche. Infatti lui si è fatto povero, arricchendoci con la sua povertà. Il cedimento a mammona porta la devastazione morale e l’accecamento culturale,di cui in questo tempo si sono visti molti segni. La crisi etica nella Chiesa nasce da una crisi spirituale profonda, che ha tra le sue fonti l’assenza della Parola e l’assenza dei poveri dalla casa dei credenti.

Koinonia, diakonia  e martyria (comunione,servizio e testimonianza )sono le tre parole del Concilio che potranno accompagnare il prossimo ministero di Pietro. Comunione (Koinonia) con il Signore e comunione con le donne e gli uomini di questo tempo, una comunione che apre alla fraternità e all'unità con tutti i popoli della terra, senza scomuniche di culture e inimicizie. Diaconia come servizio di riconciliazione dei cuori e delle genti, come ascolto del dolore e della sofferenza dei piccoli, come servizio agli ultimi, come unico stile per i cristiani.

La martyria come segno e sigillo di Dio alla Chiesa di questo tempo. La Chiesa dei poveri chiama la Chiesa dei martiri. Pietro sarà chiamato a visitare e a confermare le Chiese crocifisse, che per questo sono diventate come la pietra preziosa del campo. Il piccolo gregge, nella martyria, nella koinonia, e nella diakonia, rende visibile l’agire di Dio nella storia e riconosce i segni dei tempi e dei luoghi, là dove Dio visita in modo speciale l’intera umanità. Il vero problema è il gregge e non il pastore, lo scandalo dei piccoli, non l’esibizione dei potenti.

La koinonia impone la conversione e chiama a rendere più esplicito il rinnovamento del governo della Chiesa. La collegialità deve trovare forme nuove di esercizio che ci accompagnino verso il regno, senza avere nostalgia del passato come la moglie di Lot. Il Concilio indica la strada.

Il perdono sarà la grande  parola del nuovo papa: perdono nella Chiesa e perdono nella storia. Un perdono incondizionato e preveniente, che cambia i cuori e i comportamenti, capace di sanare ogni ferita e di curare ogni cicatrice.

Il perdono nella verità delle vittime e non come strategia astutamente diplomatica. Perdono come parola creativa secondo Dio e non come furbizia di un potere corrotto, che vuole legittimarsi a basso prezzo. Il perdono in ogni luogo della terra anche nella Santa sede. Il perdono che manifesta la medicina della misericordia di Dio e non la verga che percuote i cuori e i popoli.

Il perdono come grande parola evangelica e politica viene dal Sud Africa, a indicare come il futuro del Vangelo nel mondo non sta più nel vecchie logoro Occidente, ma in altre frontiere della storia, segnate da un grande patire ma anche dalla  forza di amare. Questo è l’orizzonte che misura la Chiesa, non le piccole lotte intestine che abitano nelle Curie, non le piccole ambizioni di  quelle forze, che interpretano al peggio la ricerca del potere, che svuota la fede. 

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