Londra
A un anno dai Giochi: trasporti efficientissimi per ardite strutture che rimarranno.
All’aeroporto di Heathrow un enorme cartellone pubblicitario mostra persone di età ed etnie diverse che, a braccia aperte, ti danno il benvenuto: «Welcome!». Siamo ovviamente a Londra, la metropoli che si prepara a ospitare per la terza volta le Olimpiadi, dopo le edizioni del 1908 e del 1948. Il 27 luglio del 2012 circa due miliardi di telespettatori assisteranno alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici e, da quel momento, per due settimane la capitale britannica avrà su di sé gli occhi del mondo.
Tradizionale Londra
L’immagine non potrebbe essere più naturale, guardando alla metropoli multietnica sulle rive del Tamigi. Dalla City al West End, da Whitehall a Westminster, ai musei del distretto di Kensington e al Tower Bridge, passando per la Torre di Londra e la Saint Paul Cathedral…
Per il turista le attrazioni permettono anche di assaporare la tradizionale ospitalità dei londinesi e la loro civiltà: mi avvicino a un vigile per chiedere dove trovare un cestino per depositare alcuni rifiuti. E lui, sorridendo, mi chiede di consegnarglieli, attraversa la strada e li butta al posto mio. Accadrebbe così anche a Roma o a Milano? Piccoli gesti che in una città di quasi otto milioni di abitanti, potenzialmente anonima, scaldano il cuore.
È in questa metropoli che, gradualmente, cominciano ad apparire alcune costruzioni che richiamano i prossimi Giochi Olimpici. Sotto il grande soffitto della St. Pancras Station, ad esempio, sono stati installati cinque giganteschi anelli colorati, simbolo delle Olimpiadi, che il prossimo anno accoglieranno i tanti passeggeri in transito per questa suggestiva stazione ferroviaria.
A Trafalgar Square, invece, in pieno centro, è stato montato un mega orologio alto sei metri e mezzo che scandisce il conto alla rovescia verso la cerimonia di apertura. Dopo essersi inceppato nel suo primo giorno di funzionamento, quando il tabellone luminoso segnava meno 500 giorni al via, l’inconveniente sembra ora superato. Anche in una nazione e in una città così efficienti può accadere qualche piccolo contrattempo…
Ogni tanto mi fermo a scambiare due chiacchiere con la gente del posto, magari sorseggiando il tè pomeridiano delle cinque, e scopro come la preoccupazione maggiore dei londinesi per le due settimane di gara, oltre agli inevitabili timori legati a possibili azioni terroristiche, sia quella di un probabile innalzamento dell’inquinamento, che potrebbe superare di due volte il limite di sicurezza stabilito dall’Unione europea. Nella maggioranza, però, prevale la consapevolezza che, come avvenuto in passato per altre città sede dei Giochi estivi (una su tutte Barcellona), alla fine l’organizzazione delle Olimpiadi porterà in eredità tanti miglioramenti tangibili.
L’Olympic Park
Per vedere da vicino quelli che probabilmente saranno i più evidenti, ci trasferiamo nell’Olympic Park, situato nell’East London, una zona che attualmente è un grande cantiere a cielo aperto dove stanno prestando servizio oltre 10 mila persone. Sarà questo il punto nevralgico della città durante le competizioni, il cuore pulsante delle Olimpiadi londinesi. È qui che, attraverso una serie di progetti di riqualificazione urbana, vedranno la luce il villaggio olimpico, i principali impianti di gara e anche uno dei più grandi parchi urbani realizzati in Inghilterra negli ultimi 150 anni. Per fare tutto ciò sono stati abbattuti oltre duecento palazzi e, anche sfruttando il 90 per cento delle macerie, sono state poi costruite le nuove strutture.
Il villaggio olimpico, ad esempio, sta sorgendo su una superficie di 30 ettari che, a detta degli organizzatori, rappresenterà la sistemazione per atleti olimpici più spaziosa e confortevole dell’intera storia dei Giochi moderni. Vi saranno ospitati atleti, allenatori e dirigenti dei vari comitati olimpici nazionali, accolti da una scritta a caratteri cubitali: «Per lottare, cercare, trovare e non cedere», una citazione tratta dall’Ulisse di Alfred Tennyson, poeta inglese dell’Ottocento. Tali parole sono state scelte perché possano essere fonte d’ispirazione sia per gli atleti che concorreranno nelle gare olimpiche e paralimpiche del 2012, sia per i futuri residenti, ovvero generazioni di ragazzi che vivranno e studieranno da queste parti: dopo i Giochi il villaggio olimpico diventerà un nucleo scolastico e universitario comprensivo di quattro mila appartamenti.
Poco più in là, si possono osservare meglio i principali impianti che saranno teatro di gara. C’è l’avveniristico velodromo, già ultimato, che ospiterà il ciclismo su pista. C’è l’Aquatics Centre, dove si disputeranno le prove di nuoto, pallanuoto e tuffi. E c’è soprattutto il nuovo stadio da 80 mila spettatori, già terminato e, quasi incredibile a dirsi, «costato meno di quanto fosse stato preventivato», come ha spiegato orgogliosamente alla stampa Sebastian Coe, indimenticato grande mezzofondista britannico, ora a capo del comitato organizzatore.
Nello stadio, oltre alle due cerimonie, saranno disputate quasi tutte le gare di atletica leggera, ad eccezione di marcia e maratona. Al termine dei Giochi la struttura diventerà la nuova casa del West Ham, squadra di calcio londinese che si è assicurata la gestione dell’impianto battendo in volata il Tottenham (ma c’è ancora un’aspra battaglia legale in corso). Come c’è riuscita? Promettendo di non abbattere la pista di atletica e di mettere a disposizione lo stadio, per venti giorni l’anno, alla Federazione di atletica leggera britannica. Una scelta che coniuga interessi e cultura sportiva.
Una nuova Eiffel
Mentre assaporo un muffin al cacao, giro lo sguardo verso l’Arcelor Mittal Orbit Tower, nuova meraviglia architettonica che, nelle intenzioni dovrebbe diventare una nuova Torre Eiffel, o se preferite una nuova Statua della Libertà, da lasciare in eredità alla capitale britannica quale punto di osservazione panoramico.
Stiamo parlando di un groviglio di 140 tonnellate di acciaio rosso, dal design forse un po’ semplicisticamente futurista, ma certamente a effetto: cinque grossi cerchi che s’intrecciano a spirale verso l’alto per 115 metri di altezza. Questa megastruttura sarà dotata di una serie di ascensori che consentiranno di trasportare 700 visitatori ogni ora. Il progetto è stato promosso e in gran parte finanziato dall’indiano Lakshmi Mittal, uno tra gli uomini più ricchi del pianeta, nonché proprietario della più grande ditta mondiale di produzione di acciaio. A partire dal prossimo anno l’Orbit Tower diventerà una delle tappe obbligate per i turisti.
Servizi pubblici
Il sistema dei trasporti pubblici è uno degli aspetti che più preoccupa chi si propone di ospitare una grande manifestazione sportiva. Il Comitato olimpico internazionale, in sede di valutazione delle candidature, è rimasto impressionato dalle potenzialità della capitale britannica. Con quasi tre miliardi e mezzo di persone trasportate ogni anno, Londra è la città del mondo che usa maggiormente autobus e metropolitana, precedendo Parigi e New York.
Tali servizi saranno ulteriormente rafforzati. I “vecchi” double-decker bus, i bus rossi a due piani, una delle icone della città, verranno affiancati nei prossimi mesi dai nuovi autobus, sempre rigorosamente rossi e a due piani, frutto di un restyling. Anche il tube – la metropolitana più antica al mondo, inaugurata nel lontano 1863 – sarà oggetto di modifiche, con l’estensione dell’East London Line e con la possibilità di accedere a Internet in più di cento stazioni. E dalla St. Pancras Station partirà il Javelin Olimpico, treno ad alta velocità per l’Olympic Park.
Verso le Olimpiadi
Insomma, chi potrà recarsi a Londra durante i 17 giorni dei Giochi vivrà certamente un’esperienza indimenticabile. Potrà tifare per i propri atleti, assistere dal vivo alle performance dei campioni di 26 diversi sport che andranno a caccia delle 302 medaglie d’oro in palio, ma non solo. Chi arriverà qui in quei giorni potrà respirare un’atmosfera davvero unica anche solo passeggiando tra le migliaia di turisti “colorati” provenienti da tutto il mondo. Ma non sarà facile trovare posto. La preoccupazione tra gli agenti di viaggio è forte, visto che alcune strutture alberghiere registrano già da tempo il tutto esaurito e quelle rimaste stanno proponendo sistemazioni ad un costo quattro/cinque volte superiore alla tariffa applicata normalmente.
E poi c’è il problema dei biglietti. Già alla prima sessione di vendita, i tagliandi sono andati quasi tutti a ruba. Pensate che sono arrivate richieste per oltre 20 milioni di biglietti a fronte dei poco più di sei milioni e mezzo messi in vendita, tanto che una consistente parte dei posti sono stati successivamente assegnati tramite estrazione. Sono arrivate richieste per la cerimonia di apertura dieci volte superiori alla disponibilità, e così per sport celebrati come nuoto, ginnastica e atletica: ben un milione di prenotazioni solo per assistere alla finale dei 100 metri! C’era da aspettarselo. Ma il quasi tutto esaurito si registra anche per discipline solitamente meno seguite come badminton, pentathlon, triathlon, equitazione, tiro con l’arco o canoa. Perché a un’Olimpiade ogni gara ha il suo fascino.