Lo stupore del Natale

Di fronte al Bambinello non si può non rimanere avvolti dal mistero della vita, come davanti alla nascita di ogni nuova creatura. Anche questo è il senso del Natale, un richiamo alla vita del Cielo.

«Entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono». (Mt. 2, 11-12)

«Oggi nella casa di Davide è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore. Questo per voi è il segno: troverete un bambino avvolto in fasce adagiato su una mangiatoia». (Lc. 2, 11-13)

«Andarono (i pastori) senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino adagiato in una mangiatoia. E dopo riferirono ciò che del bambino avevano visto. Tutti quelli che udivano si stupivano delle cose dette loro dai pastori». (Lc 2, 16-18)

 

La nascita di un bambino è sempre un avvenimento straordinario che, di solito, riempie di gioia chi vi partecipa. È una gioia riflesso del desiderio profondo di ogni persona che vuole vivere intensamente quello che capita.

Anche il bambino prova una gioia. Non sa esprimerla, ma c’è. C’è per il semplice fatto di essere nato.

Questa gioia passiva del bambino suscita nella madre una gioia attiva, profonda, compensatrice delle doglie del parto.

Questa gioia è anche l’espressione dell’attesa che si compie, del tempo desiderato da ciascun genitore per gustare non solo l’evento concreto del loro amore, ma anche la novità che si presenta con la nascita del bambino.

Bellezza e novità insieme sono il binomio della vita, della festa, della gioia.

Bellezza e novità sono l’incanto dell’esserci per la prima volta. Dell’esserci in modo unico, irripetibile.

L’attesa del Messia da parte del popolo d’Israele era simbolo dell’attesa di tutti i popoli in una liberazione soprattutto dal male, dal dolore e dalla sofferenza.

Gli angeli annunciano la nascita del bambino a Betlemme.

I pastori, attratti da quell’insolito annuncio e incuriositi dalla novità si recano alla grotta.

Ma è solo dopo aver “visto Gesù” che comprendono fino in fondo le parole ascoltate.

È Gesù bambino che ancora una volta, come aveva fatto con Giovanni illumina i pastori.

I pastori ora comprendono e diventano a loro insaputa annunciatori del Regno.

Quando il divino irrompe nell’umano, apre le menti e i cuori e trasforma tutto l’ambiente attorno.

Il bambino Gesù dunque genera l’ambiente di luce attorno a sé e i pastori, comprendono nella loro semplicità e si prostrano ad adorare.

Un altro atteggiamento che il bambino suscita è lo stupore.

Lo stupore è la gioia incontenibile e meravigliata per la bellezza della novità, della luce nuova che il bambino divino diffonde.

E non si prova stupore di fronte ad ogni bambino che nasce?

Non si prova una certa commozione di fronte all’innocenza del bambino ancora in fasce?

L’influsso di Gesù bambino è talmente grande e abbagliante che i pastori, nel raccontare la visita alla grotta alle altre persone, creano a loro volta stupore, meraviglia.

È un effetto contagioso che si propaga dappertutto.

Perchè?

Come mai?

Probabilmente perché ciascuno di noi, pur provenendo dalla Terra, pur essendo costituito di materia, è avvolto dal divino, dal soffio che Dio ha spirato in ciascuno, e, di fronte allo Spirito di Gesù Bambino, si spiritualizza contagiando tutti.

Lo Spirito ci abita e ci avvolge.

Siamo creature composte di Terra, ma destinate al Cielo.

Lo stesso Cielo che il bambino Gesù ci ha portato col proposito di farci diventare suoi fratelli, altro pezzo di Cielo con Lui.

Buon Natale a tutti, a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

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