Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet
The Tribe
Un pugno allo stomaco per lo spettatore il film dell’ucraino Myroslav Slaboshpytskiy, premiato a Cannes nel 2014 e rigorosamente muto per oltre due ore, come lo sono i ragazzi che vivono in un sordido istituto a Kiev. Non c’è disciplina né rigore, i giovani sono abbandonati a loro stessi: le ragazze di notte fanno le prostitute, i ragazzi rubano e picchiano, il giovane Sergey deve compiere una durissima iniziazione alla vita, diventando il capo della gang. Ma poi arriva l’amore e cambia tutto, fino ad un certo punto. Le scene sono estremamente crude e forti. Oltre il sesso, la violenza, un aborto clandestino buttato in faccia allo spettatore con un non tanto nascosto compiacimento per il realismo esasperato. Non c’è alcuna speranza che aleggia negli ambienti disadorni, nelle notti gelide, nella disperazione delle ragazze che vorrebbero fuggire in Italia e in Sergey, povera vittima di un malessere sociale dove i giovani sono fatalmente soli.
Louisiana
Il docufilm di Roberto Minervini, presentato a Cannes è un tremendo atto d’accusa contro un’America che non è quella ufficiale, ma quella della Louisiana, terra di emarginazione, di persone che “si fanno” di continuo, di gruppi militari in attesa di un’apocalissi, di rigetto del governo e di Obama. Poveri reietti come Mark e Lisa, conosciuti direttamene dal regista e che si espongono con crudo realismo, loro che vivono in una sorta di limbo da cui vorrebbero evadere. Ma verso dove? Amore, rabbia, frustrazione, corpi che si mostrano, un clima soffocante e umido, l’amore di Mark per la nonna e la madre malata. Voglia di tenerezza e, anche, di felicità.
Minervini presenta l’altra America, quella degli emarginati, milioni, e del dolore da cui non si sa come uscire. Durissimo, inquietante, ma vero: per aprire gli occhi.
Lo straordinario viaggio di T.S.Spivet
Jean-Pierre Jeunet filma un delizioso e tutt’altro che superficiale racconto del ragazzino decenne smunto, ma superdotato che vive in un ranch del Montana con una mamma un po’ svitata, ma geniale (Helena Bonham Carter), un padre ruvido cowboy ed un fratello gemello, Layton. In casa i problemi non mancano, specie dopo la morte accidentale di Layton, ma sono tenuti nel privato. Il ragazzino riceve la telefonata dall’Istituto Smithsonian che gli annuncia il premio per una sua invenzione sul moto perpetuo, ignorando che si tratta di un decenne. Spivet parte da casa, comincia un viaggio avventuroso che è una iniziazione alla vita, diviene una star anche mediatica… E i genitori? Questo non lo raccontiamo…
Il film è piacevole, lieve e bellissima la recitazione del ragazzino Kyle Catlett. Ma è profondo, introspettivo nelle dinamiche personali e familiari, con quel tanto di fantasia e gusto dell’avventura che lo rende divertente. Fa bene a tutti ogni tanto vedere un lavoro fresco e di spessore. Da non perdere.
Ancora in sala: San Andreas, classico film catastrofico sul terremoto in California, ben fatto e godibile; Pizza e datteri, con Giuseppe Batttiston convertito musulmano a Venezia, piacevolmente diretto da Fariborz Kamkari.