Lo spirito sportivo di Serita
Sono molti gli atleti impegnati in queste settimane nelle discipline invernali. Campioni nello sport ma anche nella vita
La stagione degli sport invernali è ormai entrata nel vivo. Negli ultimi giorni si è conclusa la prestigiosa “Tournèe dei quattro trampolini” (salto con gli sci), vinta dal fuoriclasse austriaco Gregor Schlierenzauer; è terminato il “Tour de Ski” (sci di fondo), che ha visto prevalere due assi come lo svizzero Dario Cologna in campo maschile e la polacca Justyna Kowalczyk in quello femminile e si sono svolte diverse prove della coppa del mondo di sci alpino, con l’imbattibile austriaca Marlies Schild che si è aggiudicata il quinto slalom speciale della stagione (su 5 disputati!).
Ogni fine settimana, da qui alla fine di marzo, potremo continuare ad assistere a tante altre prove dal mondo delle discipline del ghiaccio e della neve. In queste competizioni si metteranno certamente in luce campioni di prima grandezza, come quelli che hanno caratterizzato l’ultimo week-end, ma potremo anche vedere in gara tanti atleti meno noti, ugualmente desiderosi di dare il loro massimo e conoscere più da vicino le storie di ragazzi e ragazze animati da una grande passione sportiva come la britannica Serita Shone.
Serita è stata da sempre una ragazza amante dello sport: a otto anni guidava già i kart, a dodici era capitana della squadra di rugby della sua scuola ed ha anche praticato atletica leggera e pallavolo. Nel frattempo, la Shone ha portato brillantemente a termine il suo corso di studi concluso con una Laurea presso l’Università dello Sport di Bath e questa estate – subito dopo aver finito un Master in “Sport e Nutrizione” –, ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura sportiva: sperimentare il bob a due con il sogno nel cassetto di poter rappresentare il proprio Paese alle prossime Olimpiadi invernali di Sochi del 2014.
Serita nel corso delle settimane si è così sottoposta ad allenamenti sempre più intensi, ma a fine ottobre, a Winterberg (in Germania), è stata vittima di un gravissimo incidente: il bob guidato dalla sua compagna di squadra Fiona Harrison è uscito di pista proprio in vista del traguardo, ad oltre 140 Km/h. «Tutto è avvenuto nel giro di pochi secondi – ricorda la Shone –, mi sono sentita sollevare in aria, ho cercato di restare aggrappata al bob, ma cadendo la mia schiena ha colpito violentemente il ghiaccio» mentre il bob, che pesa 175 Kg, le è atterrato sopra …
Nell’impatto l’atleta britannica ha avvertito subito un dolore fortissimo, ma il suo primo pensiero è andato alla compagna che vedeva lamentarsi sdraiata a terra vicino a lei: voleva aiutarla, ma non riusciva a muoversi. «Sentivo i medici parlare e avvertivo che erano molto preoccupati per la mia schiena». Mentre Fiona se la cavava con delle ferite alla testa e una forte commozione cerebrale, la diagnosi di Serita era molto più seria: frattura nella parte bassa della colonna vertebrale.
«All’improvviso ho visto una luce muoversi ed ho pensato “questo è il tunnel di cui parlano le persone che stanno per morire …”. Subito dopo mi sono detta che non dovevo lasciarmi andare, che potevo farcela». L’atleta britannica è stata quindi sottoposta ad un primo delicato intervento di oltre quattro ore, eseguito per riposizionare correttamente le vertebre con viti e supporti metallici, ma è stato chiaro sin da subito che il prosieguo della carriera di questa giovane ragazza fosse a forte rischio. Serita, dopo un secondo intervento e una lunga degenza in ospedale, è comunque riuscita a stupire tutti e a tornare nella sua casa di Weymouth reggendosi sulle proprie gambe. «I medici non se lo sanno ancora spiegare, lo hanno definito un piccolo “miracolo di Natale”. Il chirurgo che mi ha operato, infatti, mi ha confessato che in tanti anni ha visto solo un altro caso simile al mio, peraltro meno grave, e purtroppo il paziente alla fine è rimasto paralizzato».
«Ora riesco già a fare qualche passo da sola, ma appena mi fermo devo sdraiarmi e riposare perché il movimento aggrava la zona della schiena oggetto dell’intervento. Certo – continua Serita –, mentirei se affermassi che non mi sono chiesta “perché è successo proprio a me?”. Ma poi, grazie all’insegnamento che mi ha dato lo sport, invece di soffermarmi sugli aspetti negativi della cosa ho cercato subito di guardare avanti, pensando a quello che potrò fare in futuro, magari anche riprovare a gareggiare, perché no …».
Chissà, è ancora troppo presto per sapere se Serita potrà davvero tornare a competere a livello agonistico, e certamente adesso il cammino per realizzare il suo sogno di disputare un’Olimpiade sarà oggettivamente più difficile di quello che pensava, ma questa ragazza ha comunque già dimostrato di possedere un coraggio e una determinazione da vera sportiva.