Con lo smartphone nei campi rom
Durante il lockdown del 2020, il 74% dei bambini e ragazzi rom è riuscito a proseguire il proprio percorso scolastico. Un risultato per nulla scontato se si pensa alle difficoltà della didattica a distanza, accentuate ancora di più nei contesti marginali come i campi rom dove, per mancanza di collegamenti wifi e di dispositivi elettronici, molti alunni hanno rischiato di allontanarsi definitivamente dalla scuola, interrompendo così un percorso di educazione ed inclusione.
Fondamentale per la continuità scolastica è stato il lavoro degli operatori e le operatrici del Progetto per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti, sviluppato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la collaborazione dei ministeri dell’Istruzione e della Salute. Gli operatori si sono presentati nei campi rom con mascherine e smartphone, permettendo alla maggior parte degli alunni di seguire le lezioni degli insegnanti registrate attraverso gli audio. Un sostegno che è andato anche al di là del solo aiuto scolastico, gli operatori e le operatrici hanno fornito alle famiglie dispositivi sanitari e generi alimentari, oltre ad essere un punto di ascolto per le esigenze in termini materiali e, in alcuni casi, anche psicologici.
Secondo l’ultimo report di valutazione, redatto dall’Istituto degli Innocenti, che dà assistenza tecnica al progetto, circa un terzo dei ragazzi non ha avuto bisogno di sostegno perché già in possesso di strumenti tecnologici, il 19% non ha seguito la Dad ma il 53% è riuscita a seguire le lezioni online, un risultato raggiunto solo grazie alla mediazione degli operatori, che hanno inoltre permesso agli alunni di mantenere un rapporto con i compagni di classe e gli insegnanti.
Dal 2013, anno in cui il progetto è partito, i numeri si sono ampliati costantemente, coinvolgendo ad oggi 84 plessi scolastici e oltre 500 studenti e studentesse rom sinti e caminanti.
La scuola, si conferma così come luogo da cui partire per attuare l’inclusione delle famiglie rom, con progetti, come questo, che mirano all’inclusione oltre a combattere la dispersione scolastica.