Lo scrittore problematico

Simone Gambacorta - Galaad
Lo scrittore problematico

Simone Gambacorta è uno che la letteratura la ama, infatti per le edizioni Galaad di Giulianova (Teramo), come il perfetto cavaliere medievale eponimo, va a risvegliare Mario Pomilio dal semioblio in cui è caduto, non a causa del tempo (1921-1990) ma dei tempi allergici alle sue alte e fini problematiche morali-spirituali-sociali.

 

Del grande scrittore de La compromissione, Il quinto evangelio, Il Natale del 1833 Gambacorta raduna accuratamente i dati biografici e bibliografici ponendoli a introduzione di undici interviste (una anche a me) che sfaccettano variamente e complementarmente una personalità problematica, interrogante, ritornante all’infinito sulle domande fondamentali e storiche proprio perché sono infinite; e si capisce che una società come la nostra, che vuole brutalmente semplificare le complessità, banalizzare il profondo ed esorcizzare il mistero, non cerchi oggi l’autore della memorabile intuizione letteraria che illumina il “quinto” vangelo, quello che ogni generazione e ogni epoca è chiamata volente o nolente a ricavare dai quattro, elaborando, costruendo, distruggendo, interpretando, interpretando le interpretazioni, con le proprie virtù errori e peccati, senza mai potersi sottrarre (anche se a parole lo pretende) a questo compito che è connaturato alla sua struttura storica e alla sua vocazione soprannaturale. Poiché la venuta di Cristo, dice Pomolio (lo ricorda P. Scaglione) «ha tramutato l’idea di verità in libertà».

 

Splendido «inattuale ma urgente», Pomilio; e ottimamente ostinato Gambacorta a riproporlo attraverso la sua e di molti altri evocazione. Ne emerge da dislocazioni critiche che paiono separate, un incastro di complementari interpretazioni che si saldano nell’intero del ritratto di un uomo senza compromessi e di uno scrittore senza compiacenze, per il quale «il romanzo è frutto di una tensione tra morale e vita».

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