Lo sciopero delle maestre
Una sentenza del Consiglio di Stato ha recentemente affermato che i docenti diplomati prima del 2002 potrebbero perdere il posto ed essere cancellati dall’organico e perdere il diritto all’inserimento nelle Graduatorie a esaurimento (Gae) in quanto serve la laurea per poter insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria. Una legge del 1998 ha infatti introdotto l’obbligo della laurea per diventare maestri di ruolo.
La sentenza, che riguarda circa 5 mila insegnanti, è in conflitto con altre sentenze precedenti che avevano stabilito esattamente l’opposto.
Ma la notizia più eclatante è il fatto che gli insegnanti di ruolo, con il solo diploma, corrono il rischio di essere licenziati ed essere riassunti come precari. «Molti docenti hanno avuto la nomina annuale, molti altri sono già stati immessi in ruolo rischiando di ritrovarsi improvvisamente reinseriti in seconda fascia o, secondo un’interpretazione ancora più penalizzante della sentenza, in terza fascia», ha dichiarato il dirigente dei Cobas, Piero Bernocchi.
Alcuni sindacati e partiti invocano una soluzione politica, cioè quella di indire un concorso abilitante riservato in modo da evitare il caos nelle scuole.
Il Ministro Valeria Fedeli, da parte sua, ha dichiarato di aver interpellato l’Avvocatura generale dello Stato per avere una interpretazione uniforme e corretta della sentenza per tutelare gli interessi di tutti i docenti.
Allo sciopero, indetto lunedì 8 gennaio, proclamato dai sindacati Anief, Saese e CUB Scuola, hanno intenzione di aderire anche il personale ATA e i docenti della scuola secondaria, che pressano per il rinnovo del contratto fermo da dieci anni. Sono previsti presidi a Cagliari, Milano, Torino, Palermo, Bologna.