Lo ius soli è rimandato
La legge sullo ius soli sembrava quasi in dirittura di arrivo quando il dibattito politico si è spostato altrove sempre sul tema dell’immigrazione – e il primo ministro Gentiloni ha comunicato con estrema chiarezza che l’argomento sarà differito ai mesi successivi all’estate. È chiaro che la paura degli immigrati produce un solo slogan, ripetuto con varie sfumature, ossia “non passa lo straniero”. Anche quando lo straniero è nato e cresciuto in Italia, va a scuola con i nostri figli, parla i nostri dialetti oltre che l’italiano e la sua lingua d’origine. Purtroppo la questione dello ius soli negli ultimi mesi non è stata affrontata nella prospettiva del vantaggio che l’Italia potrà trarre da una maggiore presenza degli immigrati regolari, che sono in posizione ben diversa rispetto a quanti sono giunti da profughi sulle nostre coste grazie ai salvataggi in mare e che ancora devono stabilizzare la loro presenza e inserirsi a pieno titolo, con diritti e doveri, nel nostro sistema sociale. La prospettiva del dibattito politico invece si è concentrata su un braccio di ferro tra i diversi schieramenti politici e tra i numeri di una maggioranza che sta iniziando la conta in vista delle elezioni. Molte scuole sarebbero certamente chiuse se non ci fossero i bambini non italiani, e il sistema pensionistico, come dichiarato da Boeri, non starebbe in piedi senza i contributi degli immigrati che già lavorano. Oltre i vantaggi che l’Italia trarrebbe dall’applicazione dello ius soli, occorre anche dire i danni e il peso che la situazione attuale rappresenta per gli stranieri nati in Italia, in quanto il rifiuto dello ius soli mantiene i giovanissimi immigrati in una condizione di reale diversità e disuguaglianza rispetto ai loro coetanei italiani. I ragazzi stranieri devono spendere molti soldi e molto tempo per rinnovare i loro permessi di soggiorno, hanno enormi difficoltà a recarsi all’estero per una gita scolastica e se vogliono tornare nei Paesi di origine per trovare i nonni, hanno i giorni contati per rientrare in Italia per non rischiare di interrompere la continuità della residenza. Lo ius soli di cui si dibatte in Italia è in ogni caso un diritto temperato in quanto potrà essere acquisito solo se ricorrono determinati presupposti, abbastanza restrittivi, in capo ai genitori. E prevede che potranno acquisire la cittadinanza italiana i bambini nati all’estero ma che in Italia hanno frequentato la scuola continuativamente per un certo numero di anni (il cd. ius culturae). Criteri eccessivamente complicati. Già la vita è difficile, per tutti, e la semplificazione dell’attuale proposta dello ius soli sarebbe un segnale importante per distendere il pensiero politico e sociale sull’Italia che oggi è così impaurita da non sapere nemmeno riflettere su questi temi con intelligenza e lungimiranza.