Lo charme dello Spirito Santo
Ricordava Frère Christian de Chergé, priore del monastero di Tibhirine (Algeria), uno dei sette monaci uccisi nel 1996, che un giorno stava parlando con un musulmano sufi, tecnico del riscaldamento: «Gli dicevo – raccontava – che mi ero messo a studiare i testi del Corano che parlano dello Spirito di Dio. Mi sembrava che potessero offrire la chiave del mistero che ci unisce al di là delle divergenze sulle quali immancabilmente inciampiamo. Mi rispose commentando a modo suo un versetto del Corano: "Non bisogna cercare troppo cos’è lo Spirito….Lo si priva del suo fascino (charme, in francese)!"».
Il musulmano ha dato una pennellata, che forse non si trova sulle ali della colomba nei quadri delle nostre chiese.
Penso che Maria l’ha sperimentato più di ogni altro. Il suo sì è stato la dichiarazione d’amore di una donna sedotta da questo fascino (Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra – Lc 1,35).
Egli era il suo sposo e il suo rapporto con lei non poteva essere solo di realizzazione di un piano, pur bello e grande che fosse. Erano lui e lei, due persone attratte l’una verso l’altra. Già, perché se Maria era affascinata da Lui, anche lo Spirito non poteva sottrarsi allo “charme” di lei, capolavoro della sua fantasia e capolavoro della fedeltà di lei. Era uscita dalle sue mani ed era diventata sempre più bella in un amore imprevedibile anche per Lui.
L’incontro di questi due esseri affascinati l’uno dall’altro e per l’altro non si è limitato al piano dei sentimenti e nemmeno della volontà: è diventato carne, Gesù, l’uomo più “charmant”. “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo” recita il salmo 45. Anche da Lui Maria è stata totalmente presa, sempre con Lui, condotta dallo Spirito fino a “stare” sul Calvario, sedotta da un amore oltre ogni limite. Anche qui, lo”charme” entra in azione.