Il Liverpool vince anche con “i ragazzini”
In principio, la Champions
Che quella in corso fosse una stagione potenzialmente da record, per il Liverpool di Jurgen Klopp, era per tanti esperti una concreta possibilità già dopo l’epica vittoria della Champions League maturata lo scorso giugno: il trionfo nella più quotata manifestazione per club aveva sancito la maestosità di un progetto radicato in anni di lavoro fisico, tecnico, psicologico e societario da prendere a modello, a cominciare dalla genuina passione umana e professionale del noto allenatore. Su Città Nuova non avevamo voluto mancare di celebrare in particolare le storie dei ‘‘Golden Boys” protagonisti, temprati da vicende personali umanamente a dir poco significative e, probabilmente, decisive per rendere questo gruppo capace di scolpire le sue effigi agonistiche nella storia del grande calcio.
“Gli invincibili di Anfield”
Alla riapertura della stagione agonistica, gli indiavolati Reds di Jurgen Klopp avevano ripreso esattamente da dove avevano finito, assicurandosi subito la Supercoppa di lega inglese ad Agosto e poi il Mondiale per club, per chiudere un anno già storico. Ma quando siamo solo agli inizi di febbraio, la squadra sembra già essersi assicurata il grande obiettivo dichiarato: quella Premier League inglese che manca in bacheca dal 1990. Il Liverpool sta infatti dominando il campionato con ben 22 punti di vantaggio sul Manchester City di mister Guardiola, ma aspira anche a ripetersi in Champions League, dove si appresta ad affrontare agli ottavi di finale l’Atletico Madrid. Per la cronaca, un’ulteriore curiosità ribadisce lo strapotere attuale dei Reds: dieci giocatori in rosa, dal loro arrivo al Liverpool, non hanno mai perso in Premier League davanti ai propri tifosi, nella leggendaria “tana” dell’Anfield Road, alimentando un certo mito di “invincibilità” soprattutto tra le mura amiche.
Uno spirito, una cultura, uno stile
A fare notizia tuttavia, nelle ultime 48 ore, quanto accaduto in FA Cup, lo storico trofeo di lega inglese che coinvolge tutti i club professionistici, anche di serie minori. Avendo pareggiato abbastanza clamorosamente, pur schierando le seconde linee, lo scorso 26 gennaio in casa degli avversari di terza divisione dello Shrewsbury Town, il Liverpool è stato chiamato nella nottata del 4 febbraio alla riedizione della gara, il cosiddetto replay, come da regolamento previsto nella competizione. Suscitando qualche polemica tra gli estimatori della tradizione inglese, mister Klopp aveva subito dichiarato alla fine della gara pareggiata come, a causa dei forsennati ritmi dovuti alle tante competizioni in corso, non avrebbe accettato di presentarsi sul campo con i suoi, avendo promesso una settimana di riposo familiare in vista dell’impegnativo finale di stagione. «Giocheranno i ragazzini», aveva dichiarato, tenendo fede ad una parola che ha pertanto visto presentarsi sul serio una formazione dai 19 anni e 102 giorni di media. Eppure, ancora una volta il mitico teatro sportivo di Anfield ha regalato una serata memorabile: tutto esaurito, con 52.399 paganti, per quei “piccoli Reds” che, motivati come dei forsennati, sono riusciti addirittura a imporsi vincendo per 1-0. Per la serie questa è Liverpool, si badi come uno dei veterani della prima squadra, il “vecchio” James Milner, avesse voluto allenarsi con i giovanissimi pur essendo in vacanza, per poi piazzarsi dietro la panchina a motivare i ragazzi. Morale della favola: applausi scroscianti, titoli lusinghieri su tutti i tabloid sportivi per i “baby reds” e Liverpool ancora in corsa per “vincere tutto il vincibile”, FA Cup compresa: davvero, certe cose accadono solo ad Anfield…