Live AID: vent’anni dopo

In questi giorni imperversa sul panorama fm la nuova versione di Do they know it’s Christmas, realizzata con la partecipazione di Band Aid 2004, ovvero il supergruppo di stelle della scena musicale britannica contemporanea. La versione primigenia arrivò sui mercati natalizi di vent’anni fa, nel pieno dell’edonismo reaganiano. Anche per questo arrivò come un fulmine a ciel sereno, dimostrando che anche dal baluginante mondo del pop-rock era possibile trovare qualcuno disposto a rimboccarsi le maniche per una buona causa. Quel qualcuno era il dublinese Bob Geldof, all’epoca rocker di media caratura coi suoi Boomtown Rats, letteralmente sconvolto dalla visione di un documentario sulla carestia che in quel periodo stava decimando le popolazioni dell’Africa orientale. Da qui un’idea, tanto ovvia nelle intenzioni quanto sorprendente negli esiti. Un’idea che venne accolta entusiasticamente dal gotha della scena musicale anglosassone che accorse in massa alla registrazione di quella canzoncina natalizia: che non solo portò nelle casse del Band Aid Trust una valanga di sterline per tamponare le prime urgenze di quella crisi umanitaria, ma destinata a contagiare rapidamente tutto il music-business occidentale in numerose iniziative similari. Da lì a poco infatti arrivò anche Usa for Africa, e nel luglio del 1985, la clamorosa iniziativa di Live Aid: un mega concerto tenuto in contemporanea a Londra e Philadelphia con la crema del pop-rock planetario impegnato in una gigantesca diretta in mondovisione (seguita da un miliardo e mezzo di persone), con tanto di duetti virtuali tra una sponda e l’altra dell’Atlantico. Quello che venne definito il più grande concerto della storia fruttò oltre 140 milioni di dollari alle casse benemerite del Band Aid Trust, ma era destinato a rimanere chiuso in un cassetto per vent’anni. Soltanto quest’anno infatti Bob Geldof ha deciso ad autorizzarne la pubblicazione, ovviamente dopo un’asta miliardaria (aggiudicata al colosso Warner). Il mondo nel frattempo è ovviamente cambiato assai, ma non abbastanza perché non sia alle prese con problemi ancor più tremendi di quelli che avevano generato il progetto primigenio. Tant’è che oggi possiamo ben dire che quel fatidico 13 luglio non fu certo il giorno in cui la musica cambiò il mondo, come un po’ troppo ottimisticamente venne definito all’epoca, ma soltanto l’apoteosi di un rapporto – quello tra musica e solidarietà – più ricco di contraddizioni e di illusioni che non di sostanziali inversioni di rotta. Ad ogni buon conto, eccolo qui il monumentale cofanetto di quattro dvd, indubbiamente uno degli eventi dell’anno: oltre dieci ore di musica con tutti i big dell’epoca, molti dei quali sono ancora punti di riferimento imprescindibili di quella attuale, dagli U2 a Madonna, da Sting a David Bowie, e poi Mick Jagger, Paul Mc Cartney, e tantissimi altri. Il tutto in perfetto sincronismo con le feste di fine anno, così da sfruttare al meglio l’occasione per la nobile causa di sempre: il sostegno delle popolazioni delle aree più depresse del pianeta. Solleticherà molti ricordi, ma anche le orecchie e gli occhi di chi all’epoca non era neppure nato potranno trarne giovamento, non foss’altro per godersi le performance di tanti loro idoli oggi un po’ più imbolsiti, in un evento finora soltanto immaginato. A prescindere da qualche ombra, le molte luci di Live Aid dimostrano oggi come allora che con un po’ di buona volontà ognuno può fare qualcosa per gli altri: Se vendi o compri questo prodotto – ha dichiarato Geldof in occasione del lancio – qualcuno rimarrà in vita. Potrebbero vivere solo un giorno in più, magari solo due minuti in più. Ma il giorno della tua morte, se ti offrissi due minuti in più di vita, li prenderesti, perché il resto è oblio…. Si può anche non condividere la chiusura, ma non c’è dubbio che a volte i rockettari sappiano come arrivare al punto meglio di qualunque predicatore… E poi – e quest’altra lezione di Live Aid mi pare ancor più preziosa – da cosa può nascere cosa: vale per Geldof, così come per i giovanotti che hanno aderito al nuovo progetto, ma anche per tutti noi: poiché accontentarsi di un bel cofanetto da regalare o regalarsi, a poco servirebbe.

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