L’Italia, l’Europa e il resto del mondo
Normalmente, quando si mettono a confronto il nostro Paese, l’Europa e il resto del mondo, il tratto che emerge con più facilità è quello della pesantezza. Non a caso il nostro è definito il “vecchio continente”. Certo, l’età media dei suoi abitanti, a confronto con le ben più giovani popolazioni dell’Africa, dell’Asia, dell’Oceania, dell’America (soprattutto del Sud), non depone a favore di una vitalità spiccata, caratteristica più tipica di chi non è in età avanzata.
Ma il nostro continente, allora, è inesorabilmente destinato al declino? Ha ancora qualcosa da dare al resto del mondo? La sua cultura, certamente; le sue istituzioni, certamente; la sua storia, certamente. Tutto qui? Tanto passato, poco futuro?
Crediamo di no, forti di un presente le cui potenzialità basta andare ad esplorare. In questi ultimi anni abbiamo incontrato persone dell’Est e dell’Ovest, del Nord e del Sud che con noi condividono il sogno di un’Europa e di un mondo unito perché fraterno. Tanti stanno lavorando perché ciò sia possibile. E anche visibile. La vitalità non è solo un fatto anagrafico.