L’Italia dello sport tifa per Zaniolo
Cadere e rialzarsi, per poi precipitare nuovamente nell’incubo quando il peggio sembrava ormai alle spalle. Il 2020 sportivo di Nicolò Zaniolo è stato un vero e proprio calvario. Tutto è cominciato lo scorso 12 gennaio durante Roma-Juventus quando il 22 giallorosso, involandosi verso la porta avversaria, stramazza al suolo contorcendosi dal dolore. L’esito dei successivi esami è pesantissimo, soprattutto per un ragazzo classe 1999: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, con associata lesione meniscale. Una botta tremenda che comporta due addii: alla stagione calcistica 2019-2020 e, soprattutto, all’avventura dei Campionati europei con la casacca della Nazionale.
Tutto, però, cambia in poche settimane. La pandemia di Coronavirus sconvolge il mondo, con gli eventi sportivi, tra cui l’Europeo, che si fermano in via indefinita. Quando la Serie A riaccende i motori, a luglio, la Roma ha dunque la possibilità di riabbracciare il suo ragazzo d’oro: arriva la rete contro il Brescia, con l’entusiasmo poi spento dalle polemiche per un approccio non certo volitivo durante la gara col Verona. Tutto cancellato dal super gol realizzato in casa della Spal il 23 luglio: partenza palla al piede prima della metà campo, condita da tre dribbling su altrettanti avversari e coronata da un sinistro potente e preciso sotto la traversa. Quindi un’esultanza a braccia aperte: un modo per comunicare a tutti di essere tornato quello di prima.
La chiusura stagionale, a fine agosto, porta anche una lieta novella: il commissario tecnico Mancini decide infatti di inserire Zaniolo nei convocati per le gare di Nations League con Bosnia e Olanda. Contro la nazionale balcanica, il 4 settembre, Nicolò entra a 10 minuti dalla fine senza la possibilità di lasciare il segno: tre giorni dopo, ad Amsterdam, tocca però a lui partire dal primo minuto nel trio azzurro di centrocampo. Al termine di un gran primo tempo accade l’imponderabile: quello con Van de Beek sembrava uno scontro di gioco classico, col giocatore della Roma che però resta a terra per troppo tempo. I replay evidenziano l’innaturalità del movimento del ginocchio sinistro: il calciatore esce dal campo senza l’ausilio della barella, ma visibilmente dolorante.
La diagnosi, anche stavolta, è impietosa: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro: un infortunio che, dunque, pone l’atleta di fronte a un recupero di almeno sei mesi. L’operazione, condotta ieri a Innsbruck dal professor Christian Fink, è andata a buon fine: un paio d’ore di intervento necessari per ricostruire il legamento. Adesso ci sarà una prima fase di rieducazione, con dieci giorni di fisioterapia da svolgere in Austria sotto stretto controllo medico. Zaniolo, dal suo profilo Instagram, ha rincuorato i suoi sostenitori: “Inizia il conto alla rovescia! Intervento perfettamente riuscito. Un grosso abbraccio a tutti quelli che anche con un piccolo messaggio mi hanno chiesto come stavo. Sono stati giorni difficili ma anche grazie a voi, alla fine, nemmeno più di tanto. Da ora conto alla rovescia per tornare a fare ciò che amo, cioè̀ giocare con la maglia della Roma ed esultare insieme a voi”.
Tra le migliaia di messaggi di sostegno arrivati a Zaniolo in questi giorni, spicca poi una lettera dal valore particolare perché scritta da un atleta che conosce come pochi l’amarezza legata alle tante cadute e la fatica, sempre più grande, di provare a rialzarsi per l’ennesima volta. L’autore è Giuseppe Rossi, uno dei talenti più cristallini del calcio italiano dello scorso decennio, la cui fragilità è stata purtroppo pari al suo enorme bagaglio tecnico.
“Caro Nicolò – esordisce Rossi – capisco il dolore e il vuoto che senti durante questo periodo. Capisco le mille domande che ti fai, alle quali però non riesci mai a trovare una risposta. È qui che bisogna sempre ricordarsi quello che noi e la nostra famiglia abbiamo fatto. I sogni che avevamo da bambini. È qui che ti devi ricordare di quando chiudevamo gli occhi e ci immaginavamo negli stadi più belli del mondo. E tutti i sacrifici che ci hanno portato a giocare ai livelli più alti del calcio mondiale. Ricordando tutto questo – conclude Pepito – ti verrà subito il coraggio di rialzarti di affrontare ogni ostacolo possibile, perché non c’è niente di più bello che stare in campo. Che provare quelle emozioni. Che fare quello che amiamo più di ogni altra cosa. Forza Nicolò, ti rialzerai”.