L’Italia del rugby travolge la Francia

Torneo Sei Nazioni: l'Italia del rugby diretta dal c.t. sudafricano Nick Mallet batte di misura la Francia allo stadio Flaminio di Roma: un'impresa già entrata nella storia
mirco bergamasco rugby
Cinque minuti al termine degli ottanta minuti di gioco. Calcio di punizione a favore degli azzurri in prossimità della linea dei 22 metri. Il tabellone segna il punteggio: 19-21 per la Francia. La palla ovale se ne sta lì sulla piazzola, in attesa del calcio di trasformazione, ad ammirare uno stadio quasi ammutolito che aspetta solamente il fischio dell’arbitro. Quattro passi più indietro c’è il nostro Mirco Bergamasco (nella foto), 27 anni padovano, fisico granitico e capigliatura ricciolina bionda che tanto fa assomigliare il nostro "tre quarti ala" ad un angelico cupido o, se preferite, a un eroe mitologico dell’antica Grecia, come Achille.

Arriva il momento tanto atteso. Mirco con il suo calcio deve piazzare la palla tra i due pali di quella che noi chiamiamo volgarmente e calcisticamente "porta". La sua posizione è defilata sulla sinistra, il momento è cruciale: se Bergamasco realizza la trasformazione, guadagna i tre punti fondamentali per portare in vantaggio gli azzurri. L’arbitro soffia nel fischietto, Mirco respira profondamente più e più volte. Nel mentre il suo sguardo fiero punta in alto, verso il suo obbiettivo. Un passo, la rincorsa e la palla ovale viene sparata verso il cielo, come una freccia scoccata dall’arco dell’eroe. L’arbitro alza la bandierina: Mirco ha realizzato la trasformazione! Lo stadio Flaminio esplode in un boato mentre Nick Mallet, allenatore della nazionale italiana, invita i suoi alla calma perché cominciano cinque minuti di puro assedio. E infatti i "galletti" francesi stringono i nostri nella tre quarti. La tensione si scioglie di lì a poco: impazza nuovamente la mischia nella tre quarti italiana, i francesi spingono, i nostri non si piegano, alcuni tengono d’occhio l’arbitro. Arriva il fischio finale e inizia la festa. Le lacrime degli azzurri sembrano essere il miglior spumante stappato per l’occasione, ammutoliti invece i francesi, che forti di una lunga tradizione nel rugby e sospinti dai titoli ironici
dei giornali di casa loro, credevano di averla vinta facile al Flaminio. Per loro stavolta niente champagne, ma solo uno smacco che li porta con umiltà a congratularsi con gli avversari.

Nella parabola di quella palla calciata da Bergamasco è possibile fissare un appuntamento con la storia. Dal 2000, da quando cioè l’Italia è entrata a far parte del Torneo del Sei Nazioni, la più prestigiosa competizione internazionale dedicata annualmente alla palla ovale, mai eravamo riusciti a battere la Francia, formazione ad oggi detentrice del titolo del torneo. A dir la verità però una mezza impresa c’era già stata a Grenoble nel 1997, durante la coppa Europa, ma era stato solo il sogno di una notte. Lì c’era
solo una nazionale "cenerentola", che aveva vissuto un momento indimenticabile di una fiaba destinata a durare poco. Sabato 12 marzo 2011 l’Italia del rugby ha ritrovato la sua "scarpetta" e il sogno finalmente, d’incanto, è diventato realtà. Detto con le parole di Massimo Giovannelli, grande ex della nazionale e protagonista di quel giorno a Grenoble: «Le grandi imprese sono fatte per essere bissate».

Il prossimo appuntamento sarà sabato 19 marzo allo stadio Murrayfield di Edimburgo, proprio contro la Scozia. Intanto godiamoci la festa…
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