L’Italia dei sindaci, contro odio e discriminazione
Milano stasera è bellissima. Di una bellezza elegante e mirabile. La Galleria Vittorio Emanuele accoglie i 600 sindaci d’Italia che hanno raccolto l’appello del sindaco Beppe Sale a diventare simbolicamente, per una sera, le guardie di scorta di Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta ai campi di concentramento tedeschi.
Le minacce ricevute qualche settimana fa l’hanno costretta ad accettare di vivere sotto scorta: una precauzione nata da quel clima di rancore, di odio diffuso, di antisemitismo che sembra essersi improvvisamente ridestato nelle pieghe incattivite del Paese.
Forse troppo, perché qualcosa non cominciasse a muoversi. L’Italia dei sindaci e dei cittadini ha deciso di scendere in piazza contro ogni forma di discriminazione e lo ha detto con i corpi, con le parole, con la presenza viva dei suoi rappresentanti politici.
Per questo stasera Milano è bella. È di una struggente bellezza civile, la Galleria di Milano. Per questo ci riempie di gioia e di commozione questa infinita sequenza di sindaci con la fascia tricolore, che testimoniano pubblicamente la loro fedeltà alla nostra Costituzione e alla nostra identità più profonda e sincera.
E chi di noi ama questo Paese non può che riconoscersi in questi cittadini che hanno saputo ritrovarsi al di là degli schieramenti politici e dei partiti di appartenenza, entro una comune idea di convivenza.
Guardo le immagini di questa sera con i miei figli e non posso che sognare che sia questa l’Italia che vogliamo costruire insieme a loro. L’Italia che ripudia la guerra, che crede nelle differenze, che rispetta i più deboli, che non fa sentire straniero nessuno.
Liliana Segre è lì, stretta in un abbraccio collettivo. Giovane ragazza coraggiosa, splendida donna italiana, che anche oggi ci riempie di orgoglio.