L’Italia colora l’acqua di Chungju

Ai mondiali di canottaggio prosegue la tradizione vincente degli Abbagnale. Soddisfazioni anche tra le donne e per il ritorno sul podio del “mitico” Peppiniello Di Capua.
La vittoria dell'Italia ai mondiali di canottaggio in Corea

25 settembre 1988, Olimpiadi di Seul. Nel programma del canottaggio si disputa la finale del due conmaschile. In gara ci sono anche due fratelli italiani, Giuseppe e Carmine Abbagnale, insieme al loro fido timoniere, Peppiniello Di Capua. Da noi, per la differenza di fuso orario, è ancora notte, ma chi si trova ad assistere alla gara davanti alla tv non potrà più dimenticare quel momento. Una regata stupenda, resa ancor più coinvolgente grazie ad un giornalista, Giampiero Galeazzi, che con una telecronaca da brividi, quasi urlata e terminata senza un filo di voce, ha aiutato gli azzurri a entrare definitivamente nel mito dello sport italiano. La ricordate?

«Andiamo ragazzi, ultimi 500 metri … Siamo sempre sui trentasei colpi … Gli Abbagnale sono in testa di due imbarcazioni … Aumenta ancora Giuseppe … Il suo show, il suo magnifico show negli ultimi 300 metri di gara con gli inglesi che cercano di recuperare il tempo perso in partenza, ma il loro divario è notevole … E’ pesante la barca inglese, è pesante la barca inglese … Attenzione alla Germania dell’Est all’interno che sta attaccando … Un finale incredibile della Germania dell’Est mentre Giuseppe e Carmine hanno patito un momento di black-out … Ci sono ancora 50 metri con la Germania dell’Est che sta rinvenendo fortissimo … Reagisce comunque Giuseppe che regge magnificamente … Ultimi dieci colpi … Rinviene la Germania …Ma la prua italiana è la prima a vincereee …».

Domenica a Chungju, proprio in Corea del Sud, si sono conclusii mondiali 2013 di questa affascinante quanto faticosissima specialità. Sono ormai passati quasi venticinque anni da quel 25 settembre del 1988, e l’Italia, dopo un periodo abbastanza opaco, è tornata nuovamente ad affacciarsi ai vertici del canottaggio mondiale. Il medagliere complessivo di questa rassegna iridata (considerando anche le gare non inserite nel programma olimpico e quelle per diversamente abili),ci vede primi assoluti conben otto medaglie (tre ori, due argenti e tre bronzi), un ottimo risultato frutto del lavoro del nuovo staff tecnico. In realtà, sarebbe più opportuno parlare di un “ritorno al passato”, visto che dal dicembre scorso alla guida degli azzurri c’è nuovamente Giuseppe La Mura, già direttore tecnico della nazionale dal 1990 al 2005, ed ora chiamato nuovamente a svolgere questo ruolo daun suo ex atleta, diventato nel frattempo presidente federale. Avete capito di chi si tratta? Si, parliamo proprio di Giuseppe Abbagnale.

Giuseppe e Carmine Abbagnale (due ori e un argento olimpico oltre a sette titoli mondiali in bacheca), ma anche il fratello più piccolo Agostino (capace di fare addirittura meglio con tre ori a cinque cerchi), sono ormai diventati una “leggenda” del canottaggio e più in generale dello sport italiano. Ora, un nuovo rampollo di famiglia si affaccia sulla ribalta internazionale. Si tratta di Vincenzo Abbagnale, figlio di Giuseppe, che a soli vent’anni si è laureato campione del mondo, insieme ai compagni di barca Luca Parlato ed Enrico D’Aniello (il timoniere). La loro imbarcazione, guarda caso, è proprio la stessa in cui trionfarono il padre e lo zio Carmine, in altre parole quel due con che dal 1996 non fa più parte del programma olimpico. «L’emozione più grande è stata vedere piangere papà quando mi ha fatto i complimenti», ha dichiarato Vincenzo.

In Corea, per i nostri colori, sono poi saliti sul gradino più alto del podio anche l’otto pesi leggeri maschile e il doppio pesi leggeri femminile composto da Laura Milani ed Elisabetta Sancassani. Queste due ragazze, in particolare, hanno regalato uno storico oro al nostro Paese, il primo conquistato da un equipaggio rosa in un mondiale di canottaggio. Elisabetta, già bronzo nel doppio senior ai mondiali di Siviglia del 2002, nel 2008 stava addirittura per smettere. Poi la decisione di perdere diversi chili, circa una decina, perprovare l’avventura nei pesi leggeri (ovvero le gare riservate alle ragazze con un peso inferiore ai 59 Kg). Un’impresa non facile, soprattutto per una ragazza la cui famiglia gestisce una delle pasticcerie storiche di Bellagio, piccolo comune in provincia di Como. Gradualmente Elisabetta è tornata a essere competitiva eda circa un anno, insieme alla sua compagna di barca Laura, forma un equipaggio che è ormai costantemente ai vertici mondiali della propria specialità, e che sembra possedere tutte le carte in regola per togliersi diverse altre soddisfazioni da qui ai prossimi giochi olimpici, in programma a Rio de Janeiro nel 2016.

Altrettanto azzeccata, e per niente vintage, si è dimostrata la decisione del nuovo presidente federale e del nuovo direttore tecnico di richiamare “alle armi” anche il mitico Peppiniello Di Capua. Parliamo di chi dalla prua ha guidato tante volte verso la vittoria proprio i “Fratelloni”, come erano affettuosamente chiamati Carmine e Giuseppe Abbagnale all’epoca dei loro successi agonistici. Quante volte lo abbiamo visto con la testa rivolta al traguardo, agitarsi e urlare scegliendo i ritmi e la direzione giusta del timone. Ora Peppiniello è tornato in barca per una nuova sfida: guidare l’equipaggio del 4 con misto di pararowing (il canottaggio riservato ad atleti diversamente abili). Per lui, subito la soddisfazione di una medaglia d’argento mondiale, come timoniere dell’equipaggio composto da Paola Protopapa (già oro alle Paralimpiadi di Pechino del 2008), Lucilla Aglioti, Tommaso Schettino e Omar Airolo. Insomma, il nuovo corso del canottaggio italiano si è rimesso in barca, e fa ben sperare per il futuro.

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