L’istruzione è uno strumento potente, e gli estremisti lo sanno
L’istruzione è stata riconosciuta come un diritto umano e legale ai sensi del diritto internazionale. Nello specifico, è protetta nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (articolo 26) e nella Convenzione sui diritti dell’infanzia (articolo 28).
La maggior parte di noi dà per scontata l’istruzione e la associa a una semplice porta che apre la strada all’occupazione. Tuttavia, l’educazione è il modo per creare opportunità uniche, per generare la pace e per spezzare i cicli di povertà e fondamentalismo.
L’istruzione aiuta molte persone a liberare la propria vita da pregiudizi culturali, da stereotipi e persino da superstizioni, mettendo in discussione i concetti e preconcetti e plasmando menti analitiche. Aiuta ad abbassare il tasso di criminalità e a controllare il numero di gravidanze non programmate. Consente alle persone di opporsi alle disuguaglianze e di farsi carico della propria vita.
Anche se ci sono molti benefici generati dall’istruzione, è importante sviluppare un sistema educativo basato su valori come le pari opportunità, il pensiero critico e il rispetto per gli altri. Come affermava C.S. Lewis, «l’educazione senza valori, per quanto utile, sembra piuttosto rendere l’uomo un diavolo più intelligente».
In linea con questo pensiero, la maggior parte delle idee che il nostro villaggio Women for Economy ha proposto durante l’evento The Economy of Francesco lo scorso settembre, includono lo sviluppo di un’istruzione più orientata ai valori umani per superare i nodi chiave delle nostre tematiche. Ad esempio: puntare sull’istruzione delle giovani generazioni, ispirare le giovani generazioni nelle scuole, migliorare l’istruzione della società, sviluppare un’istruzione fuori dagli schemi, trattare l’istruzione come strumento fondamentale per uscire dalla vulnerabilità, cambiare l’istruzione dei bambini secondo il rispetto delle norme di genere.
Anche se il diritto all’istruzione è un diritto umano, ci sono molte parti del mondo in cui l’accesso e la qualità dell’istruzione sono molto limitati. Secondo gli ultimi dati dell’Unesco, 244 milioni di bambini e giovani non sono inseriti nel percorso educativo. Di questi, 127 milioni sono ragazze.
Le ragioni di questi grandi numeri riguardano molti fattori economici e sociali come la mancanza di infrastrutture, conflitti interni, mancanza di materiali, insegnanti e finanziamenti. Tuttavia, in alcune zone molte culture e gruppi estremisti vedono l’istruzione come una minaccia perché può emancipare ed illuminare il popolo.
Una delle ultime tristi notizie sulla negazione del diritto all’istruzione è avvenuta lo scorso dicembre 2022 in Afghanistan quando i talebani, dopo aver vietato alle ragazze di frequentare le scuole secondarie nel settembre 2021, hanno esteso il divieto di genere alla frequenza universitaria.
La decisione di ritirare le ragazze dalle scuole, a detta dei talebani, rientra nelle norme della religione islamica. Tuttavia, i 57 membri dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) hanno dichiarato che i divieti sono violazioni della legge islamica e della “metodologia” del profeta Maometto, e hanno esortato i talebani a riconsiderare le decisioni che vietano alle donne l’istruzione e il lavoro.
Le donne e le ragazze afgane sono passate dall’avere fino ad agosto 2021 una donna come ministro dell’Istruzione, Rangina Hamidi, una persona da cui avrebbero potuto prendere ispirazione, a un totale divieto di istruzione con la minaccia di essere uccise se provano a protestare.
In una recente dichiarazione su Twitter, l’ex presidente afghano Ashraf Ghani ha definito il bando dei talebani come «l’esempio più ovvio e crudele di apartheid di genere del XXI secolo», e ha affermato che «una ragazza alfabetizzata cambia cinque generazioni future, ma se una ragazza rimane analfabeta provoca la distruzione di cinque generazioni future».
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