L’intelligenza artificiale e i suoi problemi etici

La Commissione si interessa dei problemi morali che derivano dall’uso sempre più diffuso di supercomputer, come nel caso dell’auto senza conducente che ha ucciso una donna in Arizona

L’intelligenza artificiale sta suscitando «urgenti e complesse questioni morali». Così si è espresso di recente il Gruppo europeo sull’etica nella scienza e nelle nuove tecnologie (Ege), organo indipendente che consiglia la Commissione europea su questi aspetti. In una dichiarazione, l’Ege agli inizi di marzo fa un appello ad aprire «un processo per spianare la strada verso un quadro etico e giuridico comune, riconosciuto a livello internazionale per la progettazione, produzione, uso e governance dell’intelligenza artificiale». «A chi e in quale modo si deve attribuire la responsabilità morale quando accade una fatalità?», si chiedono gli esperti dell’Ege. Si pensi, ad esempio all’incidente accaduto martedì scorso a Tempe, in Arizona, dove una donna è stata colpita e uccisa da un veicolo senza autista nelle prove della compagnia Uber. Oppure chiediamoci come andrà a finire il grosso scandalo provocato da Facebook, per quanto riguarda la gestione dei dati degli utenti.

Ecco perché la Commissione europea ha deciso di creare un gruppo di esperti per discutere sulle sfide etiche che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sta man mano presentando e che potrebbero danneggiare i diritti dei cittadini europei. La proposta, sotto suggerimento dell’Ege, è stata resa pubblica il 9 marzo, e per un periodo di un mese, fino al 9 aprile, cosicché gli interessati potranno candidarsi attraverso Internet. Lo scopo di questo nuovo gruppo sarà di avviare «un’ampia discussione, aperta e inclusiva su come utilizzare e sviluppare l’intelligenza artificiale eticamente», perché ci sia «un quadro adatto affinché Europa possa approfittare al massimo quel che l’intelligenza artificiale può offrire», ha detto Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per il mercato unico digitale. «I dati, i supercomputer e un investimento audace –aggiunge– sono essenziali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale se accompagnati da un’ampia discussione pubblica che tenga conto dei principi etici».

Dopo il 9 aprile, quando si saprà chi saranno gli esperti selezionati, questo gruppo coordinerà un più ampio forum di discussione, l’Alleanza europea sull’intelligenza artificiale, con lo scopo di disegnare strategie e proporre politiche riguardanti gli avanzi tecnologici che tengano conto degli aspetti etici, legali e sociali. Perché l’intelligenza artificiale ormai è entrata nel nostro quotidiano, in settori di cui nemmeno siamo coscienti: sanità, agricoltura, amministrazione pubblica, trasporti… Forse a fine anno avremmo una prima proposta sullo sviluppo e l’uso etico dell’intelligenza artificiale, fondata sui diritti fondamentali riconosciuti dall’Unione europea.

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